Un venerdì come tanti quello del 13 gennaio 2012, ma non per i 3216 passeggeri della nave Costa Concordia, che quel giorno si accingevano a partire per una piacevole crociera, alla scoperta di nuovi e intriganti luoghi. Erano previsti gli scali verso magnifiche località come ad esempio Marsiglia, Barcellona, Palma di Maiorca, Cagliari. Tanti i sogni e tanta la gioia, tutto sfumato a causa di un imperdonabile errore umano.

A 500 metri dall'Isola del Giglio intorno alle 21:45 la nave urtò contro uno scoglio situato sott'acqua e che provocò una falla di 70 metri alla nave.

Da quel momento i sogni e le aspettative degli oltre 3000 passeggeri sfumarono, trasformandosi in un incubo dal quale alcuni non si risvegliarono più.

Dopo due anni

Il Comandante Francesco Schettino, che si salvò per essere saltato su una scialuppa di salvataggio, non ammise mai le sue responsabilità fino a qualche giorno fa, quando durante il corso dell'ennesima udienza, per la prima volta dopo due anni dalla tragedia, ha ammesso di aver contribuito al naufragio per un grave errore. Schettino, che in quella tragica notte scelse di salvarsi abbandonando la nave, ha ammesso che tra la condizione di tuffarsi o di saltare sulla scialuppa, decise di "saltare" al fine di trarre in salvo la sua vita per causa di forza maggiore e non per codardaggine.

Ha dichiarato, dunque, di avere sì una quota di responsabilità nel naufragio, ma in concorso di colpa con gli Ufficiali del ponte di comando. Durante la recente udienza, Schettino ha, infatti, sottolineato che fu un'imprudenza modificare la rotta per avvicinarsi per fare l'inchino davanti all'Isola del Giglio, ha aggiunto, però, che se gli ufficiali gli avessero comunicato che stavano commettendo l'errore di essere fuori rotta, lui stesso li avrebbe ascoltati e la manovra di salvataggio avrebbe funzionato.

Momenti tragici e indelebili

Quel che rimane di quella notte tragica e dei giorni che ne seguirono, è il ricordo di un ennesimo fallimento umano, costato la vita a 32 persone e che sicuramente ha segnato drammaticamente la vita dei superstiti, i quali non cancelleranno mai quegli istanti e rimarrà indelebile l'immagine dei loro compagni di viaggio rimasti prigionieri tra i terrazzi della nave.