La Ville Lumière piange le sue vittime, la Tour Eiffel è stata spenta in segno di lutto. Avantieri sera in Piazza della République a Parigi, si sono riversati in migliaia per esprimere solidarietà alle famiglie delle vittime, ma soprattutto per dire no al ricatto della paura. Una piazza gremita, con tante matite, che sono diventate il simbolo della libertà di satira e di espressione. La strage al Charlie Hedbo ci fa capire che non esiste un posto sicuro, e che tutta l'Europa può essere nel mirino dei fondamentalisti islamici.

Il cordoglio arriva anche dal mondo cattolico, la condanna dell'Onu non si è fatta attendere, e l'Intelligence dovrebbe fare una seria riflessione su quanto accaduto.

Le misure di sicurezza sono ai massimi livelli e l'Europa è in pieno stato di allerta. Aumenta il livello di attenzione in tutti gli aeroporti e stazioni, lo spettro dell'11 settembre è tornato. Il mondo islamico moderato si dissocia da questo gesto scellerato che ha ucciso 12 persone. Al-Azhar, l'istituzione sunnita più importante nel mondo islamico, ha dichiarato che il massacro di Parigi è incompatibile con la religione islamica. Condanne al gesto terrorista arrivano anche da Egitto, Turchia e Arabia saudita, esprimendo solidarietà ai parenti delle vittime, condannando questo fenomeno.

Said e Cherif Kouachi erano già noti alla polizia francese, evidentemente pronti per una missione di diverse ore.

Forse la carta d'identità trovata nell'auto durante la fuga dopo la strage al Charlie Hedbo non è stata dimenticata, ma lasciata lì apposta, per dimostrare al mondo intero di essere pronti a morire da martiri. Ora il timore è la scia di atti ostili che potrebbe colpire la comunità musulmana. Bisogna stare attenti a non gettare benzina sul fuoco, ed evitare ogni provocazione.

A Villefranche-sur-Saone (Rhone), nei pressi di Lione, colpi di arma da fuoco sono stati esplosi contro due moschee e un ristorante arabo, questo non fa altro che aumentare la psicosi, che ormai dal 7 gennaio dilaga in tutto il Paese.