La Cassazione non ci sta e riapre il caso per poter predisporre un più adeguato ed elevato risarcimento al ragazzo che nel 2001 si era visto ritirare la patente perché aveva dichiarato ad una visita medica di essere gay. Il fatto comincia nel 2001 quando il ragazzo si presenta alla visita medica di leva presso l'ospedale militare di Augusta. Il ragazzo, in quell'occasione, era stato scartato perché "affetto" da disturbo dell'identità sessuale, ovvero era stato esonerato dal servizio militare di leva in quanto si era dichiarato omosessuale. L'ospedale militare, successivamente, aveva comunicato l'atto alla Motorizzazione Civile che aveva, così, predisposto una nuova visita medica per verificare i requisiti psico-fisici alla guida.

Il ragazzo, allora, si rivolse al tribunale per denunciare la palese mancanza di privacy e di discriminazione sessuale e aveva richiesto, in quella sede, un risarcimento di mezzo milione di euro al ministero della difesa e al ministero dei trasporti. La sentenza di primo grado negò tale cifra e l'abbassò a una più modesta di 100 mila euro. Dopo l'appello dei due ministeri, nel 2010 la cifra fu abbassata ulteriormente di ottantamila euro, e la corte stabilì, perciò, un risarcimento di ventimila euro, ritenendo che non c'erano stati gravi conseguenze e che tutto si era svolto in una ambito piuttosto riservato e per questo aveva ritenuto esorbitante la cifra di centomila euro che il tribunale aveva costretto a pagare.

Ma il ragazzo non ci sta e allorava fino in fondo, alla corte di Cassazione. Oggi la sentenza accusa, quelle precedenti, di aver preso troppo alla leggera il caso e di non essere stata giusta nei confronti del ragazzo. "Nonostante il malaccorto tentativo della Corte territoriale di edulcorare la gravità del fatto, riducendola ad aspetto endo-amministrativi è innegabile che la parte lesa sia stata vittima di un vero e proprio (oltre che reiterato) comportamento di omofobia", scrive la Corte nella sentenza e per questo ha predisposto un nuovo risarcimento che rivede al rialzo la cifra del risarcimento precedentemente stabilita.