"Il terrorismo è una minaccia seria", l'ha confermato stamani il Ministro degli Esteri Gentiloni durante un convegno sull'antiterrorismo a Bruxelles. Intanto il governo italiano si è impegnato a varare, durante il prossimo consiglio dei ministri, delle misure dure, come per esempio dieci anni di carcere per i foreign fighters (i combattenti stranieri), ma anche delle punizioni ad hoc per coloro che organizzano illegalmente i viaggi per tali combattenti. Un esercito composto dai tremila ai cinquemila elementi, tutti provenienti dall'Europa e pronti per andare a combattere in Siria o in Iraq, ma potenzialmente pronti anche ad entrare in azione nel nostro territorio con attacchi imprevedibili.

"La minaccia c'è ed è seria" a dirlo è sempre il Ministro Gentiloni; a Bruxelles si è discusso di minaccia e di sicurezza, si pensa inoltre di usare il PNR, un codice che ogni viaggiatore dovrà possedere e che avrà la funzione di controllare ogni singolo spostamento di un determinato soggetto, inviando feedback anche sulle sue caratteristiche personali, tipo il cibo preferito. Dati utili questi per misurare il profilo psicologico di ognuno di noi, "Un registro passeggeri da scambiare anche con gli Stati Uniti" come ha spiegato Federica Mogherini, Alto Rappresentante della Politica Estera. "Preoccupano non solo Al Qaeda ed ISIS, ma anche Boko Haram" dice Mogherini. Boko Haram è un'organizzazione terroristica islamica proveniente dall'Africa da cui ogni giorno partono barconi carichi di profughi, tra i quali potrebbero nascondersi dei terroristi.

È d'uopo che si eviti ciò che è accaduto a Roma, dove un pakistano si è imbarcato con un passaporto falso; il volo è stato fermato poco prima del decollo, in passato aveva chiesto asilo politico. Tutto ciò mentre a Napoli si scopre un'agenzia non registrata di documenti falsi destinati ad aspiranti jihadisti. Tra i 59 combattenti partiti dall'Italia, c'è anche una combattente milanese, assieme ad alcuni siriani che vivono a Cologno Monzese in un centro islamico osservato speciale.

I responsabili di tale entità però sembrano prendere le opportune distanze: "Qui nessuno desidera la guerra, nessuno qui è addestrato per fare questo e noi siamo i primi a denunciare questi elementi che vogliono andare a combattere" dice Mujahed Abadoui del Centro Islamico di Cologno. Dieci gli espulsi da dicembre ad oggi, ma il numero sarà destinato ad aumentare, lo ha detto anche il Ministro Alfano.

A certificare la gravità della situazione è anche il flusso di denaro destinato ai Paesi della Jihad, almeno dieci milioni di euro già rintracciati ed oltre mille movimenti sospetti. Tutti piccoli versamenti che sono sfuggiti ai controlli, la sensazione è quella di un accerchiamento lento, quasi invisibile.