Carmine Schiavone, ex boss pentito della camorra è morto per infarto all'età di 72 anni. Figura di spicco del clan dei Casalesi, aveva cominciato a collaborare con le giustizia nel 1993, contribuendo ad infliggere un duro colpo al clan camorristico di Casal di Principe. Schiavone, nelle sue confessioni, raccontò ai giudici l'affare dei rifiuti tossici e lo scempio dei veleni sotterrati in quella che vent'anni dopo sarebbe stata conosciuta come la "Terra dei Fuochi".

Schiavone è deceduto in ospedale, dove era stato sottoposto ad un intervento chirurgico in conseguenza di una caduta in casa.

In mattinata, sarebbero sorte complicazioni che hanno portato all'infarto che lo ha ucciso. Viveva con la famiglia nel viterbese.

Carmine Schiavone: da boss dei Casalesi a pentito.

Nato a Casal di Principe nel 1943, Carmine Schiavone era stato l'amministratore del clan dei Casalesi, guidato dal cugino Francesco Schiavone, detto Sandokan, ai tempi della guerra di camorra contro la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, che fece centinaia di morti negli anni Ottanta.

Arrestato una prima volta nel 1991, ottenne gli arresti domiciliari, ma fu sorpreso in Puglia ed arrestato nuovamente per evasione. Ritenendo di essere stato, in quella occasione, tradito dal "clan", cominciò a collaborare con la giustizia divenendo il primo boss camorrista pentito.

Le sue dichiarazioni consentirono l'arresto di 136 affiliati al clan e l'istruzione del processo Spartacus, che portò alla condanna all'ergastolo dei principali boss dei Casalesi, tra cui il cugino Francesco Schiavone, Michele Zagaria e Francesco Bidognetti. Al termine del processo, a Carmine Schiavone, autoaccusatosi di settanta omicidi, fu revocato il programma di protezione riservato ai pentiti per non aver detto tutto quello che sapeva.

Carmine Schiavone: le rivelazioni sulla "Terra dei fuochi".

Nelle sue confessioni, Carmine Schiavone svelò come il traffico di rifiuti tossici fosse l'attività più redditizia del clan dei Casalesi. Tonnellate di rifiuti tossici, di provenienza chimica e ospedaliera, provenienti da aziende del nord, venivano sotterrati nelle campagne tra le province di Napoli e Caserta, in quella che sarebbe diventata nota come la "Terra dei fuochi".

Addirittura, Schiavone parlò di rifiuti termonucleari che arrivavano su camion provenienti dalla Germania.

Le rivelazioni sulla "Terra dei fuochi" furono ripetute da Carmine Schiavone nel 1996 davanti alla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle ecomafie i cui verbali sono stati resi noti solo nel 2013, svelando come dello scandalo della "Terra dei fuochi" si fosse a conoscenza da molto tempo prima che divenisse un capitolo del libro di Roberto Saviano, Gomorra.

"Per tutto quello che è stato sotterrato in quelle zone, era possibile pensare che nel giro di vent'anni sarebbero morti tutti" aveva dichiarato il pentito Schiavone. Ora che Carmine Schiavone è morto, si avverte il rischio che possa finire nel dimenticatoio la ricerca delle responsabilità di chi sapeva e per vent'anni non ha fatto nulla.