Il giovane che è stato condannato, pretendendo di aver diritto a leggere gli sms della sua ex fidanzata al fine di scoprirne eventuali tradimenti, ha quindi violato il diritto di riservatezza della donna in quanto l'atto ha assunto i caratteri di ingiustizia manifesta, tendendo a comprimere la libertà di autodeterminazione della persona offesa.
Il ragazzo si è giustificato dichiarando di aver agito in questo modo solo per dimostrare al padre della ragazza di essere stato tradito e la prova sarebbero stati, appunto, i messaggi che la donna avrebbe ricevuto da parte di un uomo nel suo cellulare. Per la Suprema corte non c'è nessuna giustificazione per chi si impossessa dei cellulari che appartengono ad altri dal momento che ogni persona ha diritto ad essere libera di instaurare una relazione amorosa ma anche di poterne porvi fine, come ricorda il verdetto 11467 della Seconda sezione penale, che è stato depositato ieri dalla Corte di Cassazione e come prevede l'articolo 2 della Costituzione sui diritti inviolabili del rispetto dell'autodeterminazione dell'uomo e della donna.