Elena Ceste era una moglie nei fatti sottomessa al marito Michele: sarebbe questa l'estrema sintesi della perizia chiesta dagli investigatori che stanno indagando sulla morte della donna. La Ceste aveva 37 anni e quattro figli avuti dal coniuge Michele Buoninconti, 45enne vigile del fuoco. L'uomo è descritto come un compagno molto geloso. La moglie appariva invece come la classica donna casa, chiesa e famiglia.

La scomparsa nell'inverno del 2014.  

Originaria di Torino, con un diploma di analista chimica, sparì nel nulla in un freddo mattino d'inverno del 2014.

Il suo cadavere è stato ritrovato in un canale di scolo a circa un chilometro da casa. Per cercare di "entrare" meglio nella realtà quotidiana della famiglia Ceste/Buoninconti si è pensato di richiedere questa perizia specialistica che è stata poi rilanciata dalla stampa specializzata ("Giallo"). Il ritratto di Buoninconti che ne scaturisce è quello di un marito che è eufemistico definire autoritario, ossessionato dall'esigenza di pianificare e controllare continuamente dove si trovava sua moglie, alla quale limitava gli spostamenti al punto da non coprire la sua auto con l'assicurazione obbligatoria nel periodo estivo, coincidente con la chiusura delle scuole frequentate dai quattro bambini.

Non doveva essere certo operazione semplice, per la Ceste, vivere in questo modo, per giunta nel microcosmo di Costigliole, con tutti i limiti della comunità provinciale in cui tutti sanno tutto di tutti. Con queste premesse è chiaro che la "finestra sul mondo" offerta da un social network semplice e di moda come facebook deve essere sembrato alla donna una possibilità di esprimere liberamente la propria personalità coltivando qualche nuova amicizia o ritrovando ex compagni di scuola.

Una vita impossibile?

Elena Ceste viveva quindi "col freno a mano sempre tirato", temendo di fare delle gaffes, di esporsi a brutte figure, pesando ogni parola per non essere equivocata. Va sottolineato che il risparmio era lo stile di vita per questa famiglia e in questo senso la gravissima crisi economica degli ultimi anni ha forse contribuito a esasperare l'ossessione per il risparmio di Michele Buoninconti, un'ossessione che verosimilmente rendeva ancor più pesante la convivenza con la moglie. Per risparmiare l'uomo era arrivato perfino a tagliarle i capelli per non mandarla dal parrucchiere. L'avere scoperto che la moglie dialogava con qualcuno via sms o via facebook deve avere scatenato il risentimento di Michele Buoninconti, attualmente in carcere, ma per provare tutto questo serve il processo.