La difficile permanenza in carcere
Il Tribunale ha studiato una serie di misure di sicurezza affinché l'indagato Bossetti non divenisse bersaglio dei massmedia.
L'indagato è quindi giunto in tribunale attraverso un passaggio sotterraneo, anche per evitare pericolosi contatti con la folla. Massimo Bossetti, carpentiere di Mapello, è in carcere oramai da 10 mesi con l'accusa di omicidio pluriaggravato e di calunnia nei confronti di un suo collega di lavoro.
Nel processo peserà parecchio un'intercettazione ambientale della moglie Marita Comi, che durante un colloquio avvenuto in carcere si lamenta del fatto che non sapeva dove fosse il marito la sera del delitto. La cosa trova conferma anche dai tabulati telefonici: dal 21 al 28 ottobre 2010 Bossetti e la moglie non si sono scambiati né telefonate né messaggi. Pare dunque di capire che tra i due ci fossero dei problemi, aspetto che potrebbe anche aver contribuito ad innervosire l'uomo o a porlo decisamente in uno stato di stress (non che questo giustifichi o riduca le sue responsabilità).
Secondo i legali le immagini delle telecamere che riprendono il furgone Iveco Daily non sono nitide (si ipotizza trattarsi di tre o quattro furgoni diversi) ma la vera "battaglia" si giocherà sulla questione del dna e cioè proprio sull'elemento che ha portato all'arresto di Bossetti.
Il processo prenderà il via il 3 luglio 2015.
Negli ultimi giorni il caso Gambirasio si è complicato per la novità rappresentata da numerosi numeri telefonici criptati trovati sul telefono cellulare di Yara, ai quali era possibile accedere solo previo inserimento di password: un giallo nel giallo, per ora senza soluzione.
Secondo voi è possibile che un'altra persona usasse il suo apparecchio a sua insaputa? Potrebbe essere un frequentatore della medesima palestra? Dite la vostra.