Quanto accaduto alle 11 di questo giovedì 9 aprile, presso i corridoi e l'aula del tribunale di Milano, nel pieno centro del capoluogo lombardo, sembra dar luogo alla scena di un film poliziesco di quelli interpretati da Robert de Niro o da Sean Connery, invece, purtroppo si tratta di una storia vera, vissuta e raccontata dagli occhi ancora increduli di quei testimoni che in quelle ore hanno visto la morte in faccia.

Un uomo, Claudio Giardiello, imputato per bancarotta fraudolenta, durante il processo a suo carico e nella fase in cui il suo avvocato ha deciso di rinunciare al mandato, ha estratto la pistola uccidendo a sangue freddo il suo legale e il giudice fallimentare.

Un altro uomo è invece morto a causa di un infarto provocato probabilmente a causa della paura e del panico.

L'assassino dopo aver freddato il suo legale, ha rincorso il giudice fallimentare raggiungendolo nella sua stanza al secondo piano e uccidendolo, seminando terrore e sgomento negli spettatori che hanno assistito tra terrore e incredulità.

In seguito si è dato alla fuga a bordo della sua moto, ma la sua  fuga si è conclusa dopo un arduo inseguimento da parte dei carabinieri che lo hanno bloccato e arrestato a Vimercate nell' hinterland di Milano.

Molti interrogativi

Terrore ed incredulità, questi gli stati d'animo di coloro che hanno vissuto quegli attimi drammatici tra spari e urla e che anima anche il pensiero di chi ha  appreso la notizia soltanto, mediante i vari social e i telegiornali nazionali.

 Se da una parte questa sparatoria ha diffuso panico e terrore in coloro che hanno assistito inerti, dall'altra parte una vicenda del genere pone un interrogativo sul come mai quell'uomo sia potuto entrare in un aula di tribunale con addosso un arma. E' così semplice poter accedere armati in un luogo così delicato?

Certo è che dopo la vicenda dell' aereomobile precipitato a causa di un suicidio volontario del copilota, non c'è da sorprendersi, tuttavia ritengo che forse la tragedia di stamane, come anche quella dell'aereomobile, si sarebbe potuta evitare se ci fossero state misure di sicurezza più adeguate, in questo caso per pura fortuna si sono registrate soltanto 3 vittime, ma quell'uomo armato ha attraversato un intero corridoio per raggiungere il giudice al secondo piano e nessuno è stato in grado di fermarlo.

Non  siamo qui per puntare il dito contro alcuno, la paura è uno stato d'animo che non si può controllare, ma le misure di sicurezza devono essere adeguate soprattutto in ambienti da bollino rosso come un tribunale, un museo, un aereoporto e tanti altri luoghi pubblici.

Un abbraccio va a coloro che sono rimasti sotto shock e alle famiglie delle tre vittime, con la speranza che circostanze del genere non si verifichino più.