"Spazio, ultima frontiera. Questi sono i viaggi della"...navicella spaziale Progress 59, nome in codice Progress M-27M; no, non siamo in un film di Star Trek ma nello spazio sì e la navicella Progress 59, altro non è che il cargo utilizzato per l'approvvigionamento dell'ISS, la stazione spaziale internazionale, sulla quale c'è anche l'astronauta italiana Samantha Cristoforetti. Riguardo ai viaggi spaziali della suddetta navicella, avrei potuto esordire anche con un'altra citazione: "Houston, abbiamo un problema!", forse più attinente alla situazione, il problema nel caso specifico non è degli americani ma dei russi che hanno effettuato il lancio e avrebbero dovuto guidare la Progress 59 sino all'attracco con la stazione spaziale.



Purtroppo però, dopo il lancio dal cosmodromo di Baikonur in Kazakistan, non appena avvenuto il distacco del terzo stadio del missile, si è verificata un'avaria non ancora individuata che ha mandato la Progress 59 in rotazione attorno al proprio asse, impedendo il dispiegamento delle antenne e causando il black-out nelle comunicazioni. Al momento quindi, non vi è possibilità di riprenderne il controllo e sembra escluso che ci si riesca prima dello schianto sulla Terra, così come dichiarato dal Controllo Missione russo e confermato dalla NASA che sta monitorando la situazione in stretto contatto con i colleghi russi.

In questi due giorni trascorsi dal lancio si è appurato che, nonostante l'elevatissima velocità della navicella, ben 25.000 Km/h, non c'è nessun pericolo per la stazione spaziale che orbita ad una quota maggiore ma è probabile che qualche satellite debba essere spostato per non essere investito.

È ormai certo che si schianterà ma dove si scoprirà solo poche ore prima dell'impatto con la Terra, a differenza delle notizie catastrofiste che si erano diffuse immediatamente dopo la rivelazione dell'avaria, non dovrebbero esserci problemi per la popolazione, in quanto la Progress 59 dovrebbe distruggersi completamente durante il passaggio nell'atmosfera.  Qualora alcuni detriti dovessero sopravvivere e arrivare ugualmente sulla Terra, le probabilità che colpiscano un essere umano sono di 1 su 3.200, come comunicato dalla stessa Elisabetta Intini, divulgatrice scientifica e giornalista di 'Focus'.