Un'altra strage migranti mette in luce le mancanze e gli errori dell'Europa. Secondo l'Eurostat, l'agenzia statistica dell'Unione Europea, i 28 Paesi europei hanno registrato circa 626.710 richieste di asilo nel 2014.
Il ricordo di Quirico
"Due anni fa ho accompagnato per un breve tratto l'analasi di un popolo che non è segnato nei libri di geografia o negli elenchi dell'Onu, ma che cresce ogni giorno, il popolo dei migranti. Nessuno li può contare, né i vivi né i morti. E' un popolo che conosce la pazienza per cui le attese si spianano e si allargano in una apparente eternità. E' in perenne cammino, scavalca i deserti, non ha mai visto il mare, eppure sale su barche sfasciate e guarda in faccia le tempeste. Il mare è l'immagine dell'inafferrabile fantasma della vita, ed è la chiave di tutto. Che sappiamo noi di quando sono partiti, se non eravamo con loro? I miei compagni mi hanno raccontato che ogni distacco è uno scoppio di pianto misto di gioia, per la speranza che si imbocca, e di dolore per le cose che si abbandonano". Con queste parole il giornalista de La Stampa, Domenico Quirico, ricordava il 4 ottobre del 2013 quel viaggio fatto insieme ad alcuni migranti dalle coste del nord-Africa fino a Lampedusa.
Libia, porta d'uscira senza controllo
Da quando è caduto il regime di Muammar Gheddafi, la Libia è divisa in milizie e frazioni dell'esercito che si scontrano tra di loro. Nel Paese non esiste un unico governo riconosciuto da tutti e non c'è rispetto della legge. L'effetto più evidente si vede nei dati dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim). Secondo Amer Taha, responsabile dell'ufficio del Cairo, circa il 90% dei migranti che arrivano in Italia proviene dalla Libia. Mentre tra il 2013 e il 2014 sono arrivati dal nord dell'Africa circa 60mila persone, l'ultimo anno la cifra è aumentata a 170mila.
Paura dell'Europa
Anche se il problema dell'arrivo di profughi in Europa resta più evidente in Italia, dove sbarcano le navi, l'immigrazione irregolare è un'emergenza che riguarda tutta l'Unione europea, e non solo. La Svizzera ha creato nuovi enti pubblici per cercare di dare risposta a tutte le domande di asilo in aumento, mentre la Bulgaria ha costruito un muro di 32 chilometri nella frontiera con la Turchia per cercare di proteggersi del jihadismo.
Sulla questione immigrazione l'Unione Europea è divisa: da una parte ci sono i Paesi del nord dell'Europa, principalmente la Germania, l'Olanda e gli Stato nordici, che non vogliono investire altre risorse nella contenzione dei naufragi nel Mediterraneo perché tutti finiscono per chiedere asilo in Europa.
Vertice europeo
Senza più posticipazione, domani si terrà il vertice straordinario dei capi di Stato e di Governo europei per discutere l'emergenza immigrazione. La notizia è stata confermata dal presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, su Twitter: "Ho deciso di convocare per giovedì un vertice straordinario dell'Ue per affrontare la situazione nel Mediterraneo". Il premier italiano Matteo Renzi insiste nell'appello di "non lasciare solo l'Italia. Non si può guardare verso dall'altra parte".
Per Richard Youngs, senior associate del Carnegie Europe, il problema immigrazione "non si può risolvere soltanto con una parte dell'Unione europea. Come i naufragi di questa settimana sono stati così drammatici, i Paesi del nord si stanno svegliando".