In Italia l'amore tra persone dello stesso sesso continua ad essere bersaglio di violenze e discriminazioni. Così a pochi giorni dall'attacco contro un cartellone che ritraeva un candidato omosessuale, potrebbe esserci stata l'ennesima aggressione omofoba. Una coppia gay stava passando la serata insieme quando sarebbe stata aggredita da un uomo che avrebbe tirato loro un bicchiere, ferendo uno dei due in volto. Il fatto sarebbe successo la sera del 18 aprile a Rovigo, davanti al bar "Cogheto".

Il ragazzo ha dichiarato che sarebbe stato colpito mentre baciava il suo fidanzato.

Secondo, alcune fonti i due giovani avrebbero sporto denuncia. Recentemente, però, sarebbe anche arrivata una smentita; sembrerebbe che il fatto non sussista. Mistero sulle dinamiche dell'episodio. Intanto, la comunità LGBT ha inviato messaggi di solidarietà verso i due giovani. In particolare, Matteo Pegoraro, consigliere nel comune di Solesino (Padova) ed esponente della comunità LGBT, dichiara: "Alla coppia di ragazzi va tutta la mia vicinanza in un momento così difficile. L'amore di questi due ragazzi è molto più coraggioso di mille cortei, e dimostra quanto poco le istituzioni locali, specie nella zona del Polesine e della Bassa padovana, abbiano fatto e stiano facendo per educare i cittadini e le famiglie alle differenze, al rispetto dell'altro, alla lotta contro omofobia e transfobia.

Una politica omertosa che spesso finisce per tutelare solo le opinioni di chi si batte il petto in difesa della famiglia tradizionale additando i gay come malati e fomentando l'intolleranza. Mi auguro che le autorità identifichino al più presto il colpevole di questo gesto vile, frutto di ignoranza e paure".

Nonostante l'aumento delle aggressioni omofobe, l'impegno per garantire almeno il contrasto di questi comportamenti criminali è insufficiente.

Nel 2013, la Camera dei Deputati approvò un disegno di legge contro l'omofobia e la transfobia con 228 voti favorevoli, 108 voti contrari e 57 astenuti. In realtà, è stato un percorso tortuoso e la proposta di legge non è nemmeno passata al Senato. Sono anni che si chiede l'esigenza di una legge simile a quella di molti altri Paesi democratici, ma senza successo.

Questo perché, oltre alle lentezze burocratiche, il tema crea molte divisioni tra i partiti della maggioranza. I dissapori sono gravitati attorno alla proposta di inserire nell'articolo 3 della legge Mancino, anche le aggravanti per i reati basati sull'omofobia e sulla transfobia. Come se non bastasse, su richiesta di Gregorio Gitti di Scelta Civica è stato proposto un sub emendamento per evitare che queste misure si applicassero anche a "istituzioni di natura politica, culturale, sindacale, sanitaria, di istruzione o di culto".

Eppure, l'omofobia in Italia è un problema anche istituzionale. Infatti, secondo un'indagine dell'Unione Europea, è la politica ad essere, in primo luogo, una fucina di odio omofobo.

Per questa ragione, ai politici italiani è stato dato il primato dei più omofobi dell'UE. Insomma, nessuna legge che tuteli dall'omofobia e nemmeno forme di riconoscimento sociale per le coppie gay, a parte l'iniziativa di aprire dei registri esclusivi per le unioni civili, da parte di alcuni Comuni italiani.

Dunque, la cartina dell'Europa pare divisa in due: da una parte le nazioni che hanno legalizzato il matrimonio e/o le adozioni alle persone LGBT, dall'altra quelle che non le riconoscono alcun diritto, nemmeno forme di tutela dall'odio e dalla discriminazione.