L'Isis è ormai un pericolo vero, assolutamente da non sottovalutare, come dimostrano gli attentati di Parigi e di Tunisi, entrambi rivendicati dallo Stato Islamico, che è in crescente espansione. La strategia dell'Isis è quella di ingrandire sempre di più il proprio territorio, ma anche di incutere terrore a livello mediatico, diffondendo video-shock su Internet, per esempio di decapitazioni di ostaggi innocenti (ricordiamo l'americano Peter Kassig o i giapponesi Haruna Yukawa e Kenji Goto Yogo). Attualmente, lo Stato Islamico si espandendo in Siria, Iraq, Libia, Nigeria e Yemen.

L'Europa è in costante allarme terrorismo, dato che l'Isis ha dichiarato in alcuni video che ha intenzione di attaccare i luoghi simbolo dell'Occidente, come la Torre Eiffel, il Big Ben e la Casa Bianca. Lo Stato Islamico ha anche affermato che uno dei prossimi obiettivi sarà l'Italia: i luoghi più a rischio sono naturalmente Roma e il Vaticano, sede del Papa e cuore della cristianità. Intanto, il "Giornale" riporta la notizia di un italiano che ha deciso di lasciare il suo Paese per combattere l'Isis. Vediamo di chi si tratta. 

Isis: un italiano in Siria, ecco la sua storia

Si chiama Karim Franceschi ed è un foreign fighter. Ha deciso di partire dall'Italia per recarsi in Siria: l'obiettivo?

Schierarsi al fianco dell'esercito curdo per combattere l'Isis. Ha ventisei anni e di lui si era persa ogni traccia dallo scorso febbraio. Finalmente si sono avute sue notizie nelle ultime ore, dato che ha deciso di pubblicare una foto nella quale si vede la scritta in curdo "Benvenuti a Kobane" e una bandiera curda a simboleggiare la liberazione della città dalle grinfie dello Stato Islamico. Karim Franceschi è nato in Marocco da un padre partigiano e una madre di Casablanca.

Prima della sua decisione di unirsi alle milizie curde per combattere l'Isis viveva a Senigallia, dove faceva parte di "Arvucultura", un centro sociale della città marchigiana. La sua partenza per la Siria è avvenuta lo scorso anno: "volevo arruolarmi per combattere il fascismo dell'Isis, come si legge in una sua lettera.