Palermitano di nascita, del quartiere della Kalsa, incontrò da piccolo Paolo Borsellino e diventarono amici: un'amicizia destinata ad andare ben oltre le vicende di gioventù, tanto che i due si ritroveranno poi prima all'università, studiando giurisprudenza, e poi direttamente tra le aule del Palazzo di Giustizia a Palermo, dove faranno parte del pool antimafia.
Il pool antimafia e il Maxiprocesso
Ed è proprio grazie all'intuizione del pool, voluto da Rocco Chinnici, e dalla sua importanza fondamentale per combattere la mafia, che Falcone idea il maxiprocesso, uno scacco matto a Cosa Nostra, il più grande processo mai avvenuto in Sicilia e che vide imputati diverse centinaia di capi mafia, tra cui Michele Greco, Luciano Liggio e Pippo Calò. Fondamentale il pentimento e la collaborazione del boss dei due mondi, Tommaso Buscetta, riuscita sempre per opera di Falcone, che vide il boss svelare tutti i segreti dell'organizzazione criminale più potente al mondo.
Attaccato e dimenticato
Poi la conferma in cassazione delle condanne del maxiprocesso, avvenuta il 31 gennaio del 1992, e la 'mattanza' di Totò Riina per vendicarsi nei confronti dello Stato e di chi nello Stato aveva evidentemente promesso qualcosa che non avvenne.
Venne infatti ucciso Salvo Lima, e qualche mese dopo lo stesso Falcone, in uno dei periodi più oscuri della storia italiana, oggi in corso di giudizio nel processo sulla trattativa Stato Mafia e sull'attentato al giudice Paolo Borsellino, seguito di appena due mesi a quello di Falcone, si dice, per sopperire al fatto che Borsellino avesse capito che lo Stato stava trattando con la mafia.