Ci risiamo. Un nuovo, gigantesco scandalo-scommesse scuote quel che resta della credibilità del calcio italiano. All'alba, una vasta operazione della Polizia di Stato ha portato al fermo di 50 persone in 21 province. Gli indagati sono più di 70. Fra gli arrestati figurano anche calciatori, dirigenti e presidenti di società di Lega Pro e Serie D. Un marciume pazzesco.

Dirty Soccer

I club coinvolti sono circa una trentina, mentre sono numerose, diverse decine, le gare sotto inchiesta. Alcune di queste società, per la maggior parte di Lega Pro,sono impegnate nei playoff per la promozione in B e nei playout salvezza. A questo punto però le classifiche potrebbero essere stravolte.

L'inchiesta della Procura di Catanzaro, denominata "Dirty Soccer", trae origine da una cosca della 'ndrangheta calabrese, di cui fanno parte alcuni dei fermati. Il lavoro degli inquirenti ha portato alla luce una fitta rete di giocatori, allenatori e dirigenti di società che si è rivelata estremamente attiva nel combinare partite, alterandone i risultati, in collaborazione con personaggi appartenenti a due distinte organizzazioni criminali. Il denaro veniva poi reinvestito nelle scommesse illegali, sia in Italia che all'estero. Questa inchiesta va tristemente ad aggiungersi a quella della procura di Cremona, da anni impegnata nell'indagine "Last bet" che ha scoperchiato un pentolone desolante, portando anche in carcere nomi eccellenti come Signori e Mauri.

La reazione di Renzi

Gli ultimi sviluppi di questa vicenda hanno provocato diverse reazioni, tra cui quella di Matteo Renzi. Come riportato da ilmessaggero.it, il Premier è intervenuto esprimendo il proprio disappunto: "Ora basta con il fatto che personaggi di discutibile approccio governino il calcio a tutti i livelli.

Faccio un appello alla Federazione, alla Lega, al Coni. Restituiamo il calcio alle famiglie. Tutto questo è imbarazzante, sono disgustato.". Purtroppo sono le stesse frasi che sentiamo dire da anni. E la sensazione è che anche stavolta resteranno frasi di circostanza.