Non era una delle celebri scene di Don Camillo e Peppone, uno dei film più amati della cinematografia italiana ambientato nel dopoguerra, quella a cui hanno assistito i cittadini di San Giovanni di Gerace, paesino di 511 anime in provincia di Reggio Calabria noto per il Santuario di Maria SS. delle Grazie.

Eppure i protagonisti dello strano episodio sono gli stessi. Da un lato don Vincenzo Tassinari, che come don Camillo "si ritrova sempre più spesso davanti l'altare maggiore per protestare con il Cristo" e dall'altro il "Peppone" di San Giovanni di Gerace alias il sindaco Giuseppe Vumbaca, eletto nel maggio 2014 in una coalizione di liste civiche.

A differenza, però, dei due veri protagonisti del film -la cui rivalità, dovuta alla decisione di Peppone di candidarsi come deputato, è fatta di innocenti dispetti- a San Giovanni c'è poco da scherzare.

La lite tra il parroco e il sindaco

E' l'Ansa.it a riportare, infatti, il singolare episodio, avvenuto ieri nel piccolo paese della Locride, tra i due "contendenti". Stando a quanto riportato dall'agenzia di stampa, il sindaco Vumbaca, stufo delle critiche rivoltegli nelle ultime due omelie dal parroco, si è recato in Chiesa per affrontare il sacerdote "criticone" e anzichè chiarirsi in modo pacifico -come ci si aspetterebbe da un "uomo di Dio" e da un "uomo dello Stato"- la discussione è degenerata in un diverbio.

E come nel celebre dialogo tra Peppone, che dice a Don Camillo di aspettarlo fuori se è un vero uomo e Don Camillo che risponde: "D'accordo, ma guarda che siamo in due: prima le pigli dall'uomo e poi le buschi dal prete", è stato il parroco ad avere la peggio ricevendo un ceffone, che gli ha causato una contusione giudicata guaribile in 3 giorni.

Il Sindaco, invece, a sua volta ha rimediato una denuncia dai Carabinieri, a cui si è rivolto il parroco immediatamente dopo l'accaduto.

La lite, peraltro, sarebbe scaturita per un futile motivo, ossia il mancato acquisto di alcune pubblicazioni da parte del Comune (ansa.it), che non sarebbe proprio andato giù al sacerdote.