L'emergenza al confine di Ventimiglia si fa sempre più pesante, 200 migranti sono stati trasferiti dal territorio francese in quello italiano. Molti di loro non erano nemmeno mai transitati nel nostro paese. Aumenta sempre di più il numero dei profughi a Ventimiglia (Imperia). L'azione di blocco da parte dei francesi sta continuando, sia per quanto riguarda il far passare gli immigrati nel loro territorio, ma anche soprattutto quelli regolari che vengono bloccati dai nostri cugini d'oltralpe, venendo in seguito rimandati in Italia. Un braccio di ferro che non accenna a smettere, mentre la situazione a Ventimiglia peggiora nel corso delle ore, con un continuo aumento di migranti.
Un'ulteriore apprensione nasce anche da un'annunciata manifestazione non autorizzata prevista per domani alle ore 14:00. A tale evento, parteciperanno anche alcuni membri di vari centri sociali.
I migranti, le difficoltà italiane, il punto della Francia
Dal servizio del TG5 delle ore 13:00 si viene a sapere che i migranti sono stipati al momento in due container, al valico di frontiera di Ponte San Luigi. La gendarmeria francese continua comunque a rimandarli indietro. Duecento, come si è già detto, sono tornati da noi, ma il numero è destinato a salire ulteriormente e copiosamente. Al momento non sembra ancora essere stata trovata alcuna soluzione per conciliare entrambe le parti. Del resto, la polizia italiana non ha ritenuto sufficiente la documentazione che i colleghi d'Oltralpe hanno presentato; molti dei migranti infatti, non sarebbero mai passati dall'Italia in un primo momento.
Tra di loro anche dei bambini e degli adolescenti, che secondo la legge, devono essere ospitati nel territorio in cui vengono fermati. Intanto la città di Ventimiglia è egoisticamente lasciata al suo destino.
Le noie dell'Italia ed il menefreghismo dell'Europa
Non bastavano i migranti provenienti dall'Africa o dal Medioriente (verso i quali il resto d'Europa continua ad assumere un atteggiamento menefreghista), adesso anche il governo francese contribuisce ad aumentare gli impegni e le noie dello stato italiano, già martoriato dalla crisi economica e da risorse ovviamente molto limitate.
Sotto Ponte San Luigi, l'altro confine è quello di Ponte San Ludovico, dove da 7 giorni, oltre 150 profughi attendono di passare oltre. Per molti di loro è anche il secondo giorno di Ramadan, stremati, non toccano cibo ed acqua dall'alba fino al tramonto. Intanto il caldo torrido aumenta. Molti di loro pregano con fede sincera, altri sfogliano atlanti e carte geografiche per ammazzare il tempo.
La maggior parte di loro è povera gente che sogna un futuro migliore in Olanda, Francia e nord Europa. Ha raccontato un ragazzo di appena 20 anni fuggito dal Sudan alle telecamere del TG5: "Vogliamo andare ovunque, ma non restare quì in Italia". In città, in stazione, sono circa 500 i profughi in attesa di lasciare il nostro paese: uomini donne e bambini.
Nonostante tutto, la solidarietà trionfa sempre
Mentre la macchina della solidarietà della Croce Rossa e delle varie associazioni di volontariato continua ad operare, sono stati approntati due moduli di accoglienza con brandine, ciò è stato riservato alle famiglie con i bambini piccoli. In pochissimi, circa una ventina, hanno accettato di andare lì, altri non hanno voluto, dichiarando alla polizia: "Non vogliamo restare, vogliamo andare oltre, in cerca di speranza". L'Europa continua a temporeggiare nonostante tutto.