Oggi ricorre il settantesimo anniversario dell'orrore di Hiroshima per lo sgancio della bomba atomica sull'omonima città, che dopo tre giorni fu seguita da Nagasaki, in Giappone.

Hiroshima ore 8.16: un minuto di raccoglimento per le vittime

Alle 8:16 e otto secondi di oggi, i rintocchi di una campana sono stati l'unico suono presente che ha accompagnato il silenzio di un minuto, in onore e in ricordo di coloro che sono morti in quel lontano e fatidico giorno del 6/08/1945. Più di cento nazioni hanno mandato i loro rappresentanti al Memoriale della Pace di Hiroshimae per la prima volta è stata presente anche la rappresentanza degli Stati Uniti D'America, con il sottosegretario per il controllo delle armi Rose Gottemoeller e l'ambasciatrice USA in Giappone Caroline Kennedy.

L'invito del sindaco Kazumi Matsui

Il presidente degli USA Barack Obama è stato invitato, insieme ad altri leader mondiali, dal sindaco della città Kazumi Matsui, a visitare le due città simbolo degli attacchi nucleari, Hiroshima e Nagasaki, per ascoltare i racconti direttamente dagli Hibakusha (ovvero i sopravvissuti dello scoppio dell'ordigno nucleare) in occasione del G7 che si terrà nel 2016 proprio in Giappone.

Perché ricordare quel giorno di 70 anni fa

Alla fine della seconda guerra mondiale, vennero attuati due attacchi al Giappone nelle città di Hiroshima il 6 agosto e tre giorni dopo di Nagasaki. L'aeronautica militare americana inviò e sganciò, su una prima e poi sull'altra città, le "famigerate" bombe atomiche chiamate rispettivamente "Little Boys" e "Fat Man", causando la morte immediata di migliaia di civili nel fulcro della caduta e lasciando il luogo circostante contaminato dalla radioattività, per i successivi decenni.

Le vittime immediate, circa 70.000/ 80.000 persone, forse furono le più fortunate, mentre coloro che sopravvissero, trovandosi in un'area leggermente più distante dal centro del lancio, si ritrovarono a combattere con le conseguenze di una esposizione di altissima radioattività, sprigionata dalla bomba, con malattie come la leucemia. Oggi gli Hibakusha ancora vivi sono circa 180.000 con un'età media di 80 anni, gli ultimi uomini che conservano e testimoniano una immanefollia del genero umano.