La città eterna sfregiata sotto il sole d’agosto dall’apoteosi del suo abbandono con il funerale del “Re di Roma” il quale ha sfilato davanti all’altare della patria con corteo, carrozze con i cavalli, Rolls-Royce, petali di rose, elicotteri e la musica del Padrino ad accompagnare il feretro di Vittorio Casamonica, 65 anni, il boss dello storico clan di Roma, verso la chiesa di Don Bosco, la chiesa che negò i funerali a Piegiorgio Welby, l’attivista malato di Sla che morì il 24 dicembre 2006, e che con le sue battaglie per l’eutanasia si era messo in contrasto con la religione cattolica.

Le strade del centro della capitale d’Italia sono state invase dallo sfarzo e dalle inquietanti colonne sonore dei film americani del “Padrino” e di “2001 Odissea nello spazio” che hanno accompagnato il feretro del boss specializzato in usura, racket nella periferia sudest di Roma, con le gigantografie dei fotomontaggi del “Re di Roma” accanto al Colosseo e a San Pietro vestito di bianco: “Hai conquistato Roma, ora conquisterai il paradiso”.

Roma: funerali di un boss sbattuti in faccia alla città eterna

Immediate sono arrivate le polemiche del governo politica, soprattutto dal Pd e sul suo account Twitter, Matteo Orfini, di Sel e commissario romano del Pd a Roma, ha commentato l’agghiacciante evento e ha affermato che Roma è stata sfregiata ed è diventata il set del Padrino, dove è stata celebrata l’apologia della malavita e il degrado della capitale d’Italia abbandonata a se stessa.

In merito all’autorizzazione dei funerali dell’ottavo Re di Roma, alcuni esponenti di Sel e di Sinistra ed Ecologia chiederanno spiegazioni e avvieranno un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno, Angelino Alfano, in quanto il funerale può sembrare un fenomeno di tradizione popolare e di folclore, mentre in realtà è il messaggio chiaro dell’impunità e del potere di cui godono i clan romeni, e l’ostentazione dello sfarzo è inaccettabile in uno stato democratico.

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