La Franciahadichiarato di aver iniziato, insieme alla coalizione internazionale di cui fanno parte diversi paesi occidentali (Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Danimarca, Belgio e Australia anche se solamente i primi tre operano anche in Siria)iprimi attacchi aerei in Siria.

Questo nel tentativo di ridurre le forze terroristiche dello stato islamico. Ad annunciarlo è il giornale francese'Le Monde' pubblicando un comunicato stampa della presidenza francese:“La Francia ha colpito in Siria. Sulla base delle informazioni raccolte nelle ultime operazioni aeree condotte da oltre due settimane, abbiamo effettuato i raid nel rispetto della nostra autonomia d'azione, coordinandoci con i nostri partner della coalizione”.

Parigi, quindi, tiene fede al suo impegno nella lotta contro i terroristi del Daesh annunciando di continuare con gli attacchi in Medio Oriente se la sicurezza nazionalerisulterà a rischio. Secondo 'Le Monde' uno degli obiettivi dei bombardamenti è stata la città diRaqqa, situataa nord della Siria dichiarata capitale dello stato islamico dai combattenti dell'Isis. Tuttavia, ancora non si conoscono le conseguenze che hanno avuto talibombardamenti francesi.Intanto, il 'New York Times' pubblica i dati dei cosiddetti 'foreign fighters'rivelando che dal 2011, anno dell'inizio della guerra civile in Siria, sono circa 30.000 le persone che hanno raggiunto il paese per unirsi all'Isis. Secondo il Nyt circa 250del totale sono americani, raddoppiati rispetto agli scorsi anni.

I dati della guerra contro il terrorismo, comunque, non sono confortanti. Secondo i dati del Congresso americano nell'ultimo annoil reclutamento di combattenti stranieri nonè stato rallentato, di conseguenza la capacità offensiva dei militanti dell'Isisè notevolmente aumentata. Il Pentagono spende oltre 500 milioni di dollari all'anno per portare avanti la campagna siriana di addestramento dei 5.400 combattenti siriani moderati anti-Assad, ma di questi ne sono stati trovati appena l'1% che poi sono stati eliminati o catturati da al-Qaeda.

Attualmente, quindi, le truppe terroristiche non stanno vincendo, manemmeno perdendo. Durante questi ultimi mesi si è riuscitia togliere circa il 10 per cento del territorio che controllavano ad inizio anno, ma la loro influenza generale non è diminuita. In Siria, inoltre, la situazione è stata complicata dall’arrivo delle truppe russe inviateper sostenere il governo di Assad.