La ragione ufficiale per cui la Germania ha deciso di ripristinare i controlli alle proprie frontiere è che, almeno per il momento, il governo tedesco non è in grado di organizzare con efficienza l’afflusso e la sistemazione di centinaia di migliaia di profughi. Inoltre, il traffico ferroviario tra Austria e Germania è stato momentaneamente interrotto e sottoposto a severi controlli.

Ieri il ministro dell’Interno tedesco de Mazière, dopo aver annunciato i nuovi controlli, ha accennato alla creazione di “zone di attesa”, cioè di luoghi deputati a maggiori controlli nei punti di approdo in Europa (e quindi anche in Italia), ma, riguardo a questo, non vi è ancora nulla di ufficiale.

L’efficienza tedesca è ora messa a dura prova

Il governo tedesco, dopo le aperture e i proclami anche un po’ avventati dei giorni scorsi, ora si è reso conto di aver sottovalutato il problema profughi e di non essere in grado, in tempi brevi, di far fronte in maniera ordinata e controllata all’enorme flusso di migranti che è diretto in terra tedesca. Si stima che, dall’inizio di settembre, in Baviera sono entrati circa 63 mila migranti, che corrisponderebbero, in pratica, ad una piccola città.

Per questi motivi la Germania ha sospeso momentaneamente gli accordi di Schengen e, autorizzata dalla Commissione europea, ha reintrodotto i controlli alle frontiere (soprattutto con quella dell’Austria) inviando centinaia di poliziotti.

Inoltre, Berlino ribadisce con maggior forza che il peso del flusso dei profughi “va distribuito equamente in Europa” e che bisogna intervenire nei Paesi d’origine dei profughi in modo che questi ultimi non siano più costretti a fuggire da lì.

Intanto nell’Egeo è affondato un altro barcone

Ieri, alle prime luci dell’alba, un barcone pieno di profughi in maggioranza siriani si è ribaltato a circa tre miglia dall’isola greca di Farmakonisi, nel Mar Egeo.

I soccorritori greci sono riusciti a trarre in salvo 68 persone, mentre 34 migranti, tra i quali otto donne, dieci bambini e quattro neonati, non ce l’hanno fatta e sono annegati in mare. Si tratta, purtroppo, del bilancio di vittime più grave per quanto riguarda i naufragi di migranti nelle acque greche del Mar Egeo.