Passava tanto a volte troppo tempo sul famoso social network Facebook. E' la storia di una studentessa 17enne di Melito di Porto Salvo, un comune con poco piu' di 11mila anime in provincia di Reggio Calabria. La madre della giovane, un'infermiera 44enne, la rimproverava spesso per il tempo sottratto alla quotidianità e dedicato a chattare sui social. I fatti non sono attuali ma bisogna tornare indietro nel tempo, a quel 25 maggio 2015, giorno del triste epilogo della vicenda.

I fatti

Era una notte, tarda notte, quando un colpo ha spezzato il silenzio dell'oscurità.

Le sirene del corpo del 112, arrivato in quella casa che ha mostrato loro un triste scenario: la donna ormai deceduta in un lago di sangue, uccisa a quanto appurato, da un colpo di arma da fuoco esploso alla tempia che non ha lasciato scampo. Le indagini delle forze dell'ordine, allertate dallo zio materno, contattato dalla stessa ragazza, unica presente in casa al momento del fatto, in un primo momento influenzate dalla dinamica e dall'assenza di motivi validi venneroindirizzate su dinamiche disuicidio, per essere poisoppiantate dopo le indagini da un triste scenario, quello dell'omicidio causato da futili motivi.

L'epilogo

Dopo aver sentito per più volte l'unica testimone, le forze dell'ordine, dopo attente e accurate perizie, sono giunti a una conclusione.

La ragazza, in un primo momento aveva affermato l'esistenza di un killer, ma nella sua storia le incongruenze erano davvero troppe. Le indagini, così, in poco tempo hanno fornito uno scenario chiaro. Il ritrovamento di alcune impronte della ragazza sull'arma da fuoco, hanno portato i RIS di Messina - interpellati per le indagini - a concludere che fu la giovane quella notte del 25 maggio a fare fuoco con lucida freddezza e con premeditazione.

La motivazione, futile, sarebbe quella legata ai rimproveri che la madre faceva spesso alla figlia a causa dell'eccessivo tempo passato sul social network Facebook,che influenzava il rendimento scolastico della giovane. Questo avrebbe portato la 17enne, dopo l'ennesimo diverbio, a premeditare e eseguire l'uccisione della madre.