Sono passati più di tre mesi dalla scomparsa di Cinzia Marino (43 anni). Cinzia è unadonna originaria di Capua (in provincia di Caserta) che aveva perso più di 40 chili. Voleva dimagrire a tutti i costi, ed alla fine ci è riuscita. Pensava che in tal modo fosse più facile riuscire a trovare un lavoro. Cinzia è alta 1,63 metri, ha i capelli di colore nero (sono tinti in realtà), occhi castani ed è scomparsa lo scorso 22 Luglio 2015 proprio dalla sua Capua. La mamma non si da pace, sta male, così come il resto della sua famiglia. Del caso se ne è occupata la giornalista Federica Sciarelli, conduttrice del noto programma Rai Chi l'ha visto?.

L'appello della sorella

La sorelladella donna, Eva, tramite lo staff di CLV ha voluto lanciare un appello. Durante il programma è stata mandata in onda una foto di Cinzia, estrapolata proprio dalla sua carta di identità; una foto che potete anche trovare sullo stesso sito ufficiale del programma.Uno degli inviati della Sciarelli si è comunque preoccupato di chiedere alla sorella della 43enne se ci siano differenze notevoli tra la foto e l'aspetto fisico di Cinzia degli ultimi tempi. La donna ha confermato come Cinzia fosse dimagrita nei mesi precedenti la sua scomparsa, ultimamente aveva infatti il viso più scavato. Altra informazione importante è che la scomparsa cammina lentamente e tende a guardare verso il basso.

Tornando ad Eva quest'ultima ha dichiarato: "Cinzia se ci ascolta deve avvisare mamma, perchè sta male, molto male, per questa cosa. Deve chiamare, deve tranquillizzarla. O comunque, chi le sta vicino, deve avvisare mia madre prima di tutto. La mamma ha un'idea fissa, chiama Cinzia, ma lei non c'è".

Ulteriori dettagli

Al momento della scomparsa, la donna era uscita indossandouna maglia scura,leggings neri e scarpe da ginnastica.

E' Importante, inoltre, segnalare che Cinzia aveva come amico un certo Renato, il quale ha dichiarato di averla vista tre giorni dopo la sua sparizione. In un primo momento, la sorella ha sospettato che Cinzia potesse essersi rifugiata nel campo profughi della loro città, una supposizione che purtroppo non ha avuto alcun riscontro reale.