La causa del disastro aereo avvenuto nel Sinai sarebbe stata una bomba inserita all’interno di un bagaglio a mano o di una valigia. A rivelarlo è stata la Cnn che ha attinto informazioni da fonti interne all’intelligence Usa che non hanno ancora formalizzato la conclusione delle indagini. Dalle informazioni che trapelano, però, sembra che si faccia sempre più strada la possibilità che la regia dell’attentato che ha fatto esplodere l’aereo russo precipitato il 31 ottobre, sia stata curata dall’Isis o da forze affiliate. A pochi giorni dalla tragedia dell’aereo precipitato con 224 passeggeri a bordo, quindi, arrivano indiscrezioni che rafforzano la tesi della mano Jihadista nell’attentato, dando così credito alle rivendicazioni dell’Isis che, in un nuovo messaggio, rincara la dose sostenendo: “non siamo obbligati a svelarvi il modo in cui abbiamo abbattuto l’aereo, voi dimostrate che non è stato abbattuto, se ci riuscite”.
Un attacco sfrontato e diretto quello del Califfato che lancia la sfida a Putin, il quale ha dichiarato apertamente guerra all’Iisis inviando le sue truppe a combattere l’avanzata dei terroristi islamici.
Un Complice dentro l'aeroporto
Ritornando alla strage del Sinai le fonti prima menzionate parlano di una probabile complicità di un impiegato dell’aeroporto di Sharm el Sheik che avrebbe aperto la strada all’attentatore approfittando anche della mancanza di controlli adeguati all’interno della struttura egiziana.
Secondo la teoria di molti piloti e di esperti dell’aviazione, la caduta dell’Airbus A321-200 sarebbe stata rapidissima, con i passeggeri ancora legati alle cinture di sicurezza. L’agenzia Ansa riporta alcuni commenti inseriti da esperti in forum dedicati dove si parla di una caduta rapida, con decompressione, supportata dalla totale assenza di segnalazioni di emergenza e dal fatto che l’aereo avrebbe interrotto subito la salita scendendo in pochissimi secondi da 31.000 a 28.000 piedi.
Un areo con 50 mila ore di volo
Tra i commenti, però, non mancano i sostenitori della tesi dell’incidente, secondo alcuni, infatti, non è da sottovalutare il fatto che l’aereo precipitato avesse 50.000 ore di volo e che di recente avesse avuto un piccolo incidente con la coda che aveva toccato l’asfalto durante un atterraggio o un decollo.