L'incidente dell'aereo russo della Kolavia che da Sharm El Sheik doveva portare oltre duecento persone a San Pietroburgo stava per essere archiviato come un problema tecnico, un malfunzionamento della strumentazione capitato per puro caso. Ma alcuni segnali emersi in queste ultime ore stanno virando verso un più preoccupante scenario: forse gli annunci dell'Isis che parlava di attentato non sono del tutto campati in aria.

Perché l'aereo russo precipitato potrebbe essere opera dei terroristi

Il primo e più preoccupante segnale è che l'aereo non è soltanto precipitato ma è esploso in volo.

Nella maggior parte dei casi, quando si tratta di un'avaria, l'aereo perde quota improvvisamente per poi schiantarsi al suolo. In questo caso invece è esploso quando era ancora in aria, un avvenimento che fa pensare o ad una bomba a bordo o ad un missile sparato da terra che, come per l'aereo della Malaysia Airlines precipitato in Ucraina, potrebbe essere stato bersaglio di terroristi ben armati. A conferma del fatto che l'aereo sia esploso in volo c'è la velocità con cui è precipitato, 6 mila piedi al minuto, una velocità compatibile solo con un'eventualità del genere.

Ma le coincidenze non finiscono qui. I soccorritori che sono giunti per primi sul punto d'impatto al suolo hanno notato che l'aereo era letteralmente spezzato in due, altro elemento che fa pensare o ad un'esplosione o ad un missile.

Inoltre nelle prime ore si era detto, forse per screditare proprio l'ipotesi attentato, che i piloti avevano lanciato l'SOS, il che avrebbe fatto pensare ad un'avaria. Ma in queste ore le autorità egiziane hanno smentito: nessun SOS è stato lanciato.

E poi ci sono gli indizi logici. L'aereo è precipitato proprio sulla zona del Sinai, area che in questo periodo vede scontrarsi le forze dell'Isis contro l'esercito egiziano.

Non a caso molte compagnie europee hanno deciso di evitare di sorvolare quei cieli proprio per evitare ogni pericolo. A ciò si aggiunge che storicamente l'Isis, ma ogni tipo di organizzazione terroristica, effettua attentati nei confronti dei Paesi che sono intervenuti in Siria contro di loro, e in questo periodo le forze armate russe sono state quelle più decise nella lotta al terrorismo.

Fare un attentato in Russia è difficile per motivi logistici, e così un obiettivo russo al di fuori dei confini nazionali sembra letteralmente servito su un piatto d'argento. Le autorità russe, e Putin prima di tutti, non ammetteranno mai che la Russia è stata vittima di un attentato da parte dell'Isis per non indebolire la propria posizione nell'intervento militare in Siria, ma intanto i dubbi restano.