Si cerca ancora l'uomo che giovedì sera 12 novembre 2015 a Milano ha accoltellato Nathan Graff, l'israeliano di 40 anni. Non si è esclusa alcuna ipotesi da parte degli investigatori, presunto motivo razziale o politico. Le indagini proseguono attraverso gli agenti della Digos di Milano che stanno esaminando le immagini delle videocamere installate nel quartiere. Una zona abitata da numerosi ebrei, per questo motivo si pensa anche all'antisemitismo. Gente della comunità ebraica ha infatti riferito che si tratterebbe del genero di un rabbino di origini afghane che era in visita con la figlia a Milano.

L'inchiesta è stata presa in carico dalla Procura antiterrorismo e a capo troviamo il procuratore di Milano Maurizio Romanelli,gli investigatori prima di iscrivere il fascicolo delle ipotesi di reato stanno valutando se inserire o meno l'aggravante di odio razziale.

Prudenza prima di parlare diantisemitismo

Secondo i primi accertamenti effettuati dalla polizia non si potrebbe parlare di antisemitismo, perchè non emergono situazioni evidente in proposito. L'aggressore una volta compiuto l'atto non ha riferito all'uomo parole razziste e nel momento della fuga è stato visto da una donna che stava portando fuori il cane. La polizia ha interrogato tutti i testimoni e ricostruto la dinamica del fatto.

Le condizioni di salute dell'uomo sono migliorate.La moglie ha deciso di parlare ai giornalisti riferendo "Ho ricevuto in regalo mio marito giovedì sera e di questa sono grata a Shem, il nostro dio, che ci ha fatto questo grande dono"...."Lui sta meglio ma è un pò irrequieto, ora abbiamo paura di tornare a casa, credo che ci sentiremo sempre insicuri".

Il presidente della comunità ebraica milanese Milo Hasbani ha detto che Nathan "era tranquillo, ma ancora un po' sotto shock, come è normale".

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella si espresso sostenendo che è necessario un "impegno a raddoppiare la vigilanza e la prevenzione, che è molto attenta, ma che va sempre costantemente rafforzata". Perché la situazione è "allarmante, come tutti i fatti di violenza e di sangue".