Bruno Giovanni Lonati, il partigiano che nel 1994 dichiarò di aver ucciso Benito Mussolini, è morto domenica scorsa nella sua casa di Brescia, dove si era ritirato a vivere dopo la pensione. I funerali si sono tenuti lunedì mattina nella chiesa di Sant'Angela Merici, in città. Nato a Legnano (MI), l’ex membro della 101esima brigata Garibaldi, nonchè comandante di una divisione partigiana, aveva 94 anni.
Bruno Giovanni Lonati era nato nel 1921, il 3 giugno
La sua confessione sui fatti accaduti intorno alle 11 del 28 aprile 1945 sul lago di Como, a Bonzanigo di Mezzegra, suscitò molto scalpore.
Ancora oggi, dopo ben 21 anni, alimenta la tesi che il duce sia stato ucciso per volere degli inglesi, nell'ambito di una missione segreta da John Maccaroni, un agente detto anche 'il capitano John'. Nel 1994 pubblicò per l'editore Mursia un libro in cui raccontava proprio quei fatti, oltre ad alcuni solo su argomenti tecnici. Ha lavorato alla Franco Tosi di Legnano dal 1936 al 1956, lo storico stabilimento metalmeccanico. Comprendono, nell'arco di questo ventennio, anche l'attività partigiana nella 101esima brigata Garibaldi e il servizio militare. Dal 1958 ebbe importanti incarichi in Fiat, mentre nel 1980 fu dirigente di una società metalmeccanica del capoluogo pugliese. Si stabilì infine a Brescia, una volta raggiunta l’età della pensione.
Nel suo libro afferma di essere stato lui a uccidere Mussolini
Per la casa editrice Mursia, Bruno Giovanni Lonati pubblicò nel 1994 il volume: 'Quel 28 aprile. Mussolini e Claretta: la verità'. Nel suo libro racconta di aver ucciso il dittatore nel corso di una missione segreta, il 28 aprile del 1945, su ordine degli inglesi e diretta dall'agente John Maccaroni.
Una versione in contrasto con la ricostruzione ufficiale, secondo cui fu ucciso dal partigiano Walter Audisio, e mai confermata. La missione sarebbe nata per impedire la diffusione e il recupero di presunti carteggi tra Mussolini e Churchill, uccidendo il Duce e la sua compagna Claretta Petacci (che sapeva della corrispondenza).
Quei documenti non furono mai recuperati, ma, dopo aver scattato delle foto ai due cadaveri, l'agente inglese avrebbe concordato per altri cinquant'anni il silenzio di Lonati. Per questo motivo, l'ex partigiano avrebbe deciso di scrivere il suo memoriale parecchi anni dopo, cioè nel 1994.