Ha lasciato oggi intorno alle ore 17 gli uffici della procura della Repubblica di Pordenone la nuova indagata nell'ambito delle indagini sul "delitto del palasport" in cui sono stati uccisi - il 17 marzo dell'anno scorso - Teresa Costanza di Favara (Agrigento) e il fidanzato Trifone Ragone di Adelfia (Bari). Rosaria Patrone, fidanzata del principale indiziato, il militare Giosuè Ruotolo, era entrata in procura per l'interrogatorio intorno alle 10; il confronto con i magistrati si è concluso già a mezzogiorno.

Delitto fidanzati di Pordenone, nuova indagata non risponde agli inquirenti

Poi il resto della giornata è stato utilizzato dagli inquirenti per svolgere nuovi accertamenti informatici sui diversi dispositivi tecnologici in uso alla ragazza, ventiquattrenne originaria di Somma Vesuviana, in provincia di Napoli, la stessa città del fidanzato Giosuè Ruotolo. Parlando con i cronisti all'uscita del palazzo di giustizia di Pordenone, l'avvocato difensore della giovane universitaria campana finita nei guai, a quanto pare, non solo per "proteggere" il fidanzato dalle indagini sul suo conto ma anche per "istigazione", ha ripetuto quanto già affermato in mattinata all'agenzia di stampa Ansa. Il legale ha specificato che i lunghi tempi necessari per le analisi a carattere informatico, che sono state affidate ai carabinieri specializzati del Ros, sono soltanto di natura tecnica.

Rosaria Patrona fornisce spiegazioni sulle false attestazioni: 'Un equivoco'

Non hanno partecipato ai controlli informatici i sostituti procuratori che coordinano le indagini sul duplice omicidio dei fidanzati di Pordenone. Il legale di Rosaria Patrone ha di nuovo parlato della vicenda della false attestazioni relative alle indagini, uno dei reati contestati alla ragazza.

Secondo l'avvocato la giovane indagata ha già dato le opportune spiegazioni agli inquirenti. Le conclusioni alle quali era giunta in un primo momento - a proposito delle discrepanze con la versione fornita da un'amica circa dichiarazioni rilasciate nelle settimane scorse agli investigatori che la sentirono come persona informata dei fatti e non come indagata - scaturivano da informazioni riportate su un vecchio profilo di un social network che però ormai da tempo riteneva disattivato e del quale, quindi, si sarebbe, a suo dire, completamente dimenticata.

Da chat e social la chiave del duplice omicidio di Teresa Costanza e Trifone Ragone

Secondo le ultime indiscrezioni trapelate dal palazzo di giustizia di Pordenone e rilanciate dall'Ansa, i primi esiti dei controlli informatici sarebbero ben più importanti di quanto inizialmente previsto. Tramite i profili di diversi social network e chat, i carabinieri del Ros sarebbero riusciti a ritrovare alcune conversazioni interessanti. Si tratterebbe di dialoghi che riguardano i due fidanzati di Somma Vesuviana , ma anche altri amici e conoscenti. Tutto materiale che per gli inquirenti appare significativo e che entrerà nel fascicolo d'inchiesta su cui stanno lavorando i sostituti procuratori Vallerini e Campagnaro.