Erano appena sbarcati al porto di Genova con tre auto identiche, senza documenti e tutte con targa libica scese da un traghettoExcellent della compagnia Grandi Navi Velociproveniente da Tunisi (città capitale della Tunisia). Non avevano bagagli ma si portavano con sé ancora una volta telefonini pieni di foto di armi da fuoco e scene di guerra, alcune addirittura con bambini soldato, mentre altre riconducibili al Califfato islamico (il governo di un califfo jihadista e il territorio sotto il suo dominio). Domenica sera la DIGOS (acronimo di Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali)di Genova è tornata in azione arrestando tre uomini di origini libica con età compresa tra i 39 e i 50 anni, di cui uno con passaporto svedese.Abdel Kader Alkurbo (50 anni),Muhamad Ali Mosa Lufty (43 anni)e Mohamed Abdel Mohamed Amar (39enne) sono accusati formalmente di riciclaggio ma dal verbale del fermo emergerebbe l'aggravante della finalità terroristica, soprattutto perché la Polizia di Stato indaga da tempo sui rapporti stretti di uno dei tre con un fondamentalista islamico che vive in Liguria e perché lo stesso aveva nello smartphone una foto con l'adesione all'I.S.I.S .

"A Genova non hanno nessun contatto, non hanno rapporto con nessuno ed erano semplicemente, come ho già detto, in transito dal porto di Genova verso Bruxelles" viene dichiarato dai difensori dei tre.

Fermati anche due fratelli sospettati di terrorismo

L'interrogatorio di garanzia viene previsto per giovedì prossimo nel carcere di Marassi dove sono detenuti, e proseguono anche le indagini di terrorismo sui due fratelli arrestati all'aeroporto di Genova il 31 dicembre scorso mentre cercavano di passare spacciandosi prima per siriani e poi per cittadini iraniani con dei falsi documenti del Belgio. Secondo il giudice per le indagini preliminari, i due (un uomo ed una donna) potrebbero far parte di una cellula terroristica internazionale. Anche nei loro telefonini cellulari vi erano foto di armi da fuoco e bianche e scene inneggianti alla guerra.