Donna siriana giustiziataa Raqqa dal figlio. La pena capitale è stata eseguitain pubblico dal proprio figlio Ali Saqr, un giovane miliziano di vent'anni. La notizia è stata diffusa dall'Osservatorio siriano per i Diritti Umani, fondata nel Regno Unito. Secondo la fonte, la povera vittima, Lena al Qasem 40 anni, non condivideva l'affiliazione del ragazzo all'organizzazione terroristica. La donna era venuta a conoscenza delpiano Anti-Isis della coalizione Usa, cheavrebbe presto posto fine all’autoproclamato Califfato Islamico. Per tale ragioneaveva cercato di convincere il figlio a fuggire con lei.

Immediatamente, il terrorista della Jihad ha accusato la madre al gruppo, facendola sequestrare. Lena al Qasem viene accusatadi apostasia, ossia di aver abbandonato e ripudiato la sua religione, e viene condannata a morte.

Nessuna pietà per Lena al Qasem. Ali Saqr, senza il minimo accenno di dubbio, mercoledì ha ucciso la madre utilizzando un fucile d’assalto.L'esecuzionesi è svolta in piazza, tra un centinaio di persone, davanti all'ufficio postale nel quale la madre lavorava. A dare la conferma dell'accaduto sono un gruppo di attivisti non violenti anti Isis “Raqqa is Being Slaughtered Silently” (Raqqa viene massacrata nel silenzio). L'organizzazione si occupa di esaminare la situazione attuale che opprime la Siria e di denunciare i crimini commessi dai miliziani jihadistitra i quali l'omicidio della giornalista Ragia Hassan.

Capitale del Califfato Islamico dal mese di agosto del 2013, Raqqa non tollera alcun tipo di opposizioni. In questa terra vengono imposte punizioni brutali, quali decapitazioni, crocifissioni, spesso eseguite in pubblico allo scopo di spargere il terrore. Nella jihad, gli stessi genitori vengono considerati come nemici da eliminare se contrari alla loro missione.

Secondo quanto riferisce l'Osservatorio siriano, negli ultimi diciotto mesi, i terroristi hannoeseguito più di 2.000 esecuzioni civili, conaccuse varie: omosessualità, apostasia e stregoneria. Ultimamente, sono state numerose anche le esecuzioni capitali tra i soldati dello Stato Islamico, a causa delle innumerevoli diserzioni.