Avrebbe compiuto 85 anni il prossimo 10 maggio. Ettore Scola è morto questa sera nel reparto di cardiochirurgia del Policlinico di Roma. Era in coma da domenica sera. Il suo ultimo film era stato un omaggio a Federico Fellini, "Che strano chiamarsi Federico", scritto dal regista campano nel 2013 e presentato alla settantesima Mostra internazionale del Cinema di Venezia. Dopo le recenti scomparse di Silvana Pampanini e Franco Citti se ne va un altro pezzo di storia del cinema italiano.

'C'eravamo tanto amati' resta il suo capolavoro

Irpino di nascita ma romano d'adozione, Ettore Scola è un talento precoce che ad appena 15 anni disegnava vignette per le riviste umoristiche "Marc'Aurelio" ed "Il travaso delle idee".

Il cinema è però la sua grande passione. Il suo esordio alla regia avviene nel 1964 con "Se permettete parliamo di donne", film ad episodi intepretato, tra gli altri, da Walter Chiari, Vittorio Gassman e Gigi Proietti. Il successo autentico lo tocca però nel 1968, quando dirige Alberto Sordi e Nino Manfredi in "Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?". Gli anni '70 rappresentano il decennio più importante della sua carriera e nel 1974 gira uno dei massimi capolavori della cinematrografia italiana. In "C'eravamo tanto amati" infatti Ettore Scola ripercorre trent'anni di storia d'Italia attraverso le vicende di tre personaggi: l'avvocato Gianni Perego (Vittorio Gassman), il portantino Antonio (Nino Manfredi) e l'intellettuale Nicola (Stefano Satta Flores).

Nel cast anche Stefania Sandrelli, compaiono anche nella parte di se stessi Marcello Mastroianni, Federico Fellini e Mike Bongiorno. Nel 1976 arriva il cinico ed irriverente "Brutti, sporchi e cattivi", con Nino Manfredi mattatore assoluto. Notevoli, nel decennio successivo, film come "La terrazza" (1980) con un eccezionale poker d'assi come Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni e Jean-Louis Trintignant, ma anche "La famiglia" (1987), con Vittorio Gassmanm, Stefania Sandrelli e Fanny Ardant.

Nel 1976 il trionfo a Cannes

Il grottesco "Brutti, sporchi e cattivi" gli vale il premio alla regia al Festival di Cannes nel 1976. Nella sua carriera Ettore Scola vince per otto volte il David di Donatello: due volte per il miglior film ("Ballando Ballando" nel 1984 e "La famiglia" nel 1987), tre volte per la miglior regia ("Una giornata particolare" nel 1978, "Ballando Ballando" nel 1984, "La famiglia" nel 1987), due volte per la miglior sceneggiatura ("Il mondo nuovo" nel 1983 e "La famiglia" nel 1987). Nel 2011 viene inoltre premiato alla carriera. Quattro le sue nominations agli Oscar anche se non è mai riuscito ad aggiudicarsi l'ambita statuetta.