Sabato 23 gennaio, l'Italia favorevole alle unioni civili è scesa in piazza per manifestare. Nonostante alcuni problemi iniziali come a Sassari, dove la questura non ha inizialmente dato i permessi, in tutta la Penisola, i manifestanti di ogni età e provenienza culturale, perfettamente sincronizzati e coordinati, hanno fatto suonare le proprie sveglie nel primo pomeriggio e suonato tamburi a tempo di orologio. Il senso del "gioco" era quello di dare forma al titolo di questa manifestazione, "Svegliati Italia".

La manifestazione a Cagliari

Sulle scalinate della Basilica di Nostra Signora di Bonaria, a Cagliari, si sono radunate circa un migliaiodi persone.

Presenti all'appello, oltre all'immancabile ARC, associazione culturale e di volontariato sarda che promuove i diritti della comunità LGBT, sono scesi in piazza anche altri gruppi culturali, dagli studenti dell'Università di Cagliari alla chiesaPastafariana. Fianco a fianco, si sono trovati d'accordo giovani cattolici moderati e la UAAR (Unione Atei e Agnostici Razionalisti), giovani e adulti, coppie e single, gay e etero. Presente anche il sindaco della città Massimo Zedda:“Per noi è naturale essere qui, nulla di eccezionale – queste le parole del primo cittadino – l’Italia ha già ricevuto sanzioni in materia di diritti civili e siamo il paese fanalino di coda dell’Europa sul tema. L’estensione dei diritti non ha mai fatto male a nessuno”.

Il dibattito

A pochi giorni dalla discussione del ddl Cirinnà al Senato, quindi,il dibattito è ancora molto acceso. Il Pirellone di Milano si è acceso, schierandosi dalla parte di chi crede nella "famiglia naturale".Papa Bergoglio,intanto, ha messo da partei toni moderati e ha espresso con decisione il pensiero della Chiesa sul tema, pensiero largamente condiviso dalle "Sentinelle in piedi"che hanno organizzato delle "contromanifestazioni" proprio nella stessa giornata in cui si è tenuto il grande evento "Svegliati Italia".

A favore delle unioni civili troviamo, oltre i partiti della sinistra, anche tutti gli italiani che sono scesi in piazza e che chiedono che l'Italia smetta di essere, come affermato dal sindaco di Cagliari Zedda, il "fanalino di coda dell'Europa sul tema".