Ancora una bruttissima storia di violenza all’interno di un asilo, ancora una donna che si è resa protagonista di percosse contro bambini innocenti. Stavolta il fattaccio è avvenuto a Pisa dove una educatrice di 58 anni è stata arrestata per reiterate violenze contro dei bambini di un asilo nido. Allarmati di sospetti dei genitori, i Carabinieri del Nucelo investigativo di Pisa hanno iniziato ad indagare introducendo all’interno dell’asilo, di nascosto, microspie e telecamere. Chi ha visto le immagini ha raccontato di episodi di violenza drammatici, inaudite le percosse inferte a quei poveri bambini indifesi di età compresa tra 1 e 3 anni.

I militari, su disposizione del Gip, hanno arrestato la donna che si trova agli arresti domiciliari. L’educatrice intanto è stata sospesa dal Comune così come anche due sue colleghe che, nonostante avessero assistito alle immagini, non hanno denunciato e non hanno fatto nulla per fermare la 58enne.

Sfiducia nella scuola uguale a sconfitta dello Stato

Insomma, le cronache, purtroppo, raccontano di un altro episodio di violenza all’interno di una delle istituzioni principi per la crescita e l’educazione dei figli. Solo qualche giorno fa, il 1 febbraio, avevamo raccontato dell’orribile maestra di Modena che all’interno di un asilo maltrattava i bambini usando su di essi violenza fisica e psicologica che, in certi casi, forse è ancora più grave.

Il fenomeno dilaga ed è serio, tanto che sono sempre di più gli esempi di mamme che si sono costituite in associazioni o che hanno formato gruppi sui social a tutela dei propri bambini. In particolare le mamme chiedono le telecamere obbligatorie all’interno degli istituti scolatici e costanti visite di natura psicologica alle maestre.

Forse è arrivato davvero il momento che in merito si prendano dei provvedimenti seri e concreti, non si può più permettere che da luoghi dove la tutela dei minori dovrebbe essere garantita si trasformano in posti da incubo. Non si può rischiare che i genitori perdano fiducia in una delle istituzioni cardini del Paese, sarebbe la sconfitta dello Stato.