Secondo un comunicato ufficiale diramato dal ministro delI'Interno egiziano Magdi Abdel Ghaffar, sarebbe stata una vendetta per motivi personali a causare l'omicidio del ricercatore italiano Giulio Regeni. Il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentilonidurante il 'Question time' odierno a Montecitorio, classifica le nuove ipotesi de Il Cairo alquanto fantasiose ed improbabili, chiedendo la verità al governo egiziano e una veloce conclusione delle indagini con la cattura e la punizione dei colpevoli, chiarendo ancora una volta che il governo italiano non si accontenterà di verità di comodo.
Il titolare della Farnesina ha puntualizzato che gli agenti italiani impegnati in Egitto nelle indagini, abbiano al più presto l'accesso agli atti del processo e a tutti i documenti fino ad ora prodotti dall'inchiesta della procura di Giza. Il governo attraverso i suoi canali diplomatici presenterà in merito richiesta formale. "Lo dobbiamo alla famiglia di Giulio," ha ribadito Gentiloni, "e all'Italia intera".
Una morte piena di misteri
Il ragazzo scomparve da Giza il 25 gennaio scorso. Il suo cadavere venne ritrovato nella periferia della città 8 giorni dopo. Sul corpo vennero rinvenuti evidenti segni di sevizie e torture. Il governo egiziano fin da subito si era dimostrato reticente sia nell'individuare i veri responsabili, probabilmente collusi con le forze di sicurezza egiziane, sia a collaborare con l'Italia rallentando e depistando l'azione investigativa.
Le forze di sicurezza egiziane smentiscono queste illazioni affermando invece di svolgere alacremente il proprio lavoro. Le lentezze sarebbero dovute dalle difficili e meticolose indagini che la squadra degli specialisti sta effettuando riguardo la ricostruzione della permanenza di Giulio Regeni durante i 6 mesi passati in Africa.
"Nonostante il movente e i responsabili dell'omicidio non siano stati ancora individuati, non vi è da escludere nessuna pista, compresa quella dell'omicidio premeditato per vendetta". Queste le conclusioni del documento da parte del ministro egiziano, prima di rinnovare ancora una volta le proprie condoglianze alla famiglia della giovane vittima e a tutto il popolo italiano.