Morire a 13 anni dopo una partita di calcetto in attesa di una ambulanza con medico e defibrillatore a bordo. Sembra assurdo, ma invece è successo davvero. Protagonista della vicenda è stato un ragazzino di Trinitapoli, in Puglia, dove Francesco Pio Molinaro, di 13 anni, è morto per un malore dopo una partita di calcetto effettuata in una struttura sportiva del posto. La partita era ormai terminata e Francesco si trovava negli spogliatoi quando ha accusato un malore improvviso; I presenti hanno subito chiamato i soccorsi e tentato di rianimare il ragazzino, ma stando alle prime notizie sembra che la struttura sportiva fosse sprovvista di defibrillatore e del materiale necessario ad effettuare un intervento di primo soccorso.

Sul posto sono arrivati gli operatori del 118, l’ambulanza non era medicalizzata e al suo interno mancava un defibrillatore. Intanto che le condizioni di Francesco Pio Molinaro continuano a peggiorare, sul posto è intervenuta un’altra ambulanza, arrivata – dicono – mezzora dopo dalla prima, stavolta il defibrillatore c’era, ma era troppo tardi perché, ormai, le condizioni del ragazzino erano disperate e, anche se in quest’ultima ambulanza ci fosse il medico a bordo, per Francesco non c’è stato nulla da fare. A Trinitapoli , un comune di poco meno di 15 mila abitanti della Provincia di Barletta-Andria-Trani, ex provincia di Foggia, la rabbia di parenti e amici del ragazzino è alle stelle. Francesco è morto in attesa di un defibrillatore, un semplice strumento che serve a rianimare il battito cardiaco e che non dovrebbe mai mancare all’interno di una ambulanza, eppure, prima che in quella struttura sportiva ne arrivasse uno, sono passati decine e decine di minuti, tempo risultato fatale a un ragazzino di 13 anni che è morto negli spogliatoi.

Adesso i parenti del giovane deceduto vogliono vederci chiaro, vogliono che le forze dell’ordine accertino se si sia trattato di malasanità e se nella prima ambulanza ci fosse stato un medico a bordo Francesco si sarebbe salvato. I famigliari di Francesco Pio Molinaro vogliono sapere se un defibrillatore presente nei campi di calcio o in dotazione alla prima ambulanza arrivata sul posto, avesse potuto salvare la vita al tredicenne.

Aperta una inchiesta per omicidio colposo

Sul caso, intanto, la procura di Trani ha aperto una inchiesta per omicidio colposo, nelle prossime ore sarà effettuata l’autopsia sul corpo del piccolo Francesco per stabilire la reale causa del decesso. Intanto in paese monta la rabbia, non si può morire in questo modo – dicono tutti- in attesa di uno strumento medico che tutte le strutture atte a garantire il primo soccorso dovrebbero avere.

La sensazione è che la morte del piccolo Francesco Pio Molinaro, sia da annoverare tra i numerosi casi di malasanità dei quali, purtroppo, l’Italia è strapiena, un paese in cui si impongono tasse sempre più salate, ma poi non si riescono a garantire nemmeno i servizi primari, con una sanità sempre più allo sbando.