Berta Cáceres è stata assassinata il giorno prima del suo 45° compleanno, la mattina del 3 marzo 2015, nella sua casa in Honduras nella località La Esperanza. Si batteva per i diritti degli indigeni Lenca ed era un'ecologista molto attiva tanto che lo scorso anno vinse il premio Goldman per l'Ambiente, il più alto riconoscimento assegnato agli ecoattivisti per le vittorie raggiunte nelle loro lotte

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Questo assassinio allunga la lista delle persone uccise perché scomode e contrarie al sistema di sfruttamento instaurato e voluto dalla società capitalista, lista che comprende nomi come Chico Mendes, Edwin Chota, José Cláudio Ribeiro da Silva e molti altri sindacalisti, attivisti per i diritti umani od oppositori.

L'assassinio

La polizia sostiene che sia stata uccisa da dei ladri, però era da tempo che la ONG Global Witness denunciava le minacce e le intimidazioni nei confronti della Cáceres e la preoccupazione per il numero di attivisti uccisi (101 nel solo Honduras durante il periodo 2010 - 2014).

I killer sarebbero entrati in casa verso l'una di notte ed avrebbero crivellato di colpi la Cáceres mentre dormiva; le guardie di sicurezza del quartiere, infatti, affermano di aver visto un'auto bianca fermarsi davanti alla casa verso l'una di notte.La madre della vittima accusa il governo hondureño: già da tempo sostiene che la figlia dichiarava di ricevere minacce ed intimidazioni e giusto una settimana prima dell'assassinio Berta denunciava che quattro componenti della sua comunità indigena erano stati assassinati.

Le lotte

Già da ragazza si batteva per i diritti indigeni e contro lo sfruttamento delle loro terre, ma dopo il colpo di stato del 28 giugno 2009 fu una delle protagoniste delle proteste che volevano il ritorno del presidente destituito Manuel Zelaya.In una delle ultime lotte aveva guidato la comunità di Rio Blanco contro la realizzazione del complesso idroelettrico Agua Zarca sul rio Gualcarque: fiume sacro per i Lenca che fornisce da vivere a circa 600 famiglie.

L'impianto è stato autorizzato senza il consenso della comunità, contravvenendo così la Convenzione sull'autodeterminazione dei popoli indigeni, avendo i finanziamenti della Banca Mondiale per l'impresa Desarrollos Energéticos SA (DESA) sostenuta dalla ditta cinese Sinohydro.

La Cáceras aveva difeso i diritti dei popoli indigeni dell'Honduras portando le problematiche anche nelle alte istituzioni come la corte europea di Strasburgo o il Vaticano.