In seguito all'attentato terroristico che lo Stato Islamico ha compiuto ai danni della capitale europea Bruxelles, causando 32 vittime e più di 230 feriti, la polizia belga sta agendo con estrema cautela. Nelle prime ore successive all'attentato, diverse sono state le informazioni diramate dalle agenzie di stampa di tutto il mondo, circa il numero degli attentatori e la loro identità. Necessario è ora provare a mettere ordine al caos mediatico generatosi dopo l’accaduto.

I tre kamikaze erano stati già segnalati alle autorità

Innanzitutto, gli attentatori sarebbero quattro.

Ibrahim El-Bakraoui e Najim Laachraoui sono i kamikaze dell’aeroporto di Zaventem. Khalid El-Bakraoui, fratello di Ibrahim, invece, si sarebbe fatto esplodere nella metropolitana di Maelbeek. La prima certezza è che entrambi i fratelli sono morti durante le due esplosioni avvenute a distanza di pochi minuti all'aeroporto di Zaventem e alla metropolitana di Maelbeek. Entrambi erano di nazionalità belga. Ibrahim, nato nel 1986, si sarebbe fatto esplodere azionando la bomba contenuta nei bagagli collocati sul carrello che si vede anche nella foto diramata dalle autorità. Era, paradossalmente, già noto alla polizia belga. Secondo una dichiarazione rilasciata dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, infatti, proprio Ibrahim era stato arrestato in Turchia l’anno prima, mentre tentava di raggiungere la Siria.

La risposta turca alla condotta dell’uomo sarebbe stata l’estradizione nei Paesi Bassi il 14 luglio 2015, ma le autorità olandesi non erano state in grado di individuare alcun legame chiaro con lo Stato Islamico. Tornato in Belgio, ha avuto il tempo e la libertà necessari per organizzare l’attentato che ha sconvolto nuovamente l’Europa, dopo gli eventi di Parigi.

Tuttavia, è da fare presente che le autorità belghe affermano che Ibrahim El-Bakraoui gli era noto non per terrorismo, appunto, ma per altri reati, e per questo sottoposto a libertà condizionata, come ha specificato il ministro della giustizia belga Koen Geens. Najim Laachraoui, il secondo kamikaze dell’aeroporto, era invece conosciuto come Soufiane Kayal.

Avrebbe agito, secondo le analisi dei militari, anche negli attentati di Parigi. Sembrerebbe, infatti, che sono state riscontrate le sue impronte su diverse cinture esplosive ritrovate grazie ai blitz seguiti all'attentato del novembre 2015.

Si cerca il terzo kamikaze, scampato all'esplosione di Zaventem

Nessuna conferma, invece, per quanto riguarda l’identità del terzo attentatore dell’aeroporto di Zaventem, che compare nell'immagine che ormai sta facendo il giro del mondo. È l’uomo vestito con abiti chiari e cappello scuro, ma di lui ancora nessuna traccia. Piena fiducia nelle autorità belghe che in queste ore sono ancora alla ricerca dell'uomo.