Il Ministro della difesa Roberta Pinotti ha annunciato essere stato firmato il contratto con la ditta Trevi per il consolidamento della diga di Mosul. L'annuncio, pubblicato dalla Pinotti su Twitter in data 2 marzo, parla ora anche dell'importanza di realizzare una cornice di sicurezza (necessaria all'incolumità dei tecnici italiani che lavoreranno alla diga). I militari italiani impiegati a difesa della diga saranno 450, il rischio al quale saranno esposti sembra aumentare di giorno in giorno. I 450 italiani andranno a sommarsi ad altri 880 soldati già presenti presso la diga.
Paura per la possibile uscita di scena dell'Isis in grande stile
In questi giorni, Ahmed Zahtar, esperto militare di origine irachena, ha evidenziato il fatto che l'eventuale sconfitta dell'Isis in Siria e Iraq porterebbe a una sorta di sprint finale, un formidabile diversivo, un'uscita di scena in grande stile dell'Isis, l'utilizzo della diga (di per sè già vicina a crollare) come una vera e propria arma di massa in grado di provocare fino a 1,7 milioni di morti (forze avversarie comprese). Zahtar sottolinea il fatto che l'eventuale inondazione derivante dal danneggiamento della diga fungerebbe anche da diversivo per le milizie jihadiste oramai in ritirata. L'assoluta priorità di aiutare i civili colpiti dall'inondazione, in tutto il suo tumulto, renderebbe la fuga dei jihadisti invisibile.
Inoltre, l'enorme proporzione del disastro potrebbe benissimo giustificare la morte del Califfato in Iraq, risarcendo i jihadisti attraverso un clamore mediatico tale da mettere quasi in ombra i terribili attentati dell'11 settembre.
Attuale criticità della struttura
Il militare iracheno Ahmed Zahtar parla della diga di Mosul come di una struttura attualmente tanto fragile da essere addirittura ritenuta a rischio di crollo spontaneo.
La grandezza della struttura fa pensare al fatto che per distruggerla siano necessarie grandi dotazioni e numerosi soldati, in realtà non è così. Basterebbe "un manipolo di pazzi e poche piccole esplosioni per scatenare l'Apocalisse". Intere grandi città dell'Iraq verrebbero sommerse.