Sette persone arrestate nell'agrigentino. L'operazione, denominata "Eden 5, Triokolà", è stata condotta dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Agrigento ed ha sgominato la rete di fedelissimi del boss di Sambuca di Sicilia, Leo Sutera, considerato vicino al superlatitante Matteo Messina Denaro. Si tratta del secondo blitz antimafia in pochi giorni, dopo quello nel trapanese che ha portato all'arresto di cinque persone.

I nomi degli arrestati

Le indagini hanno preso il via nella primavera del 2009. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal giudice per le indagini preliminari di Palermo, Maria Pino, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo siciliano, nei confronti di:

  • Giuseppe Genova, 51 anni, ritenuto capo della famiglia mafiosa di Burgio
  • Andrea La Puma, 69 anni, braccio destro del boss Leo Sutera
  • Salvatore La Puma, 41 anni, figlio di Andrea
  • Gaspare Ciaccio, 32 anni
  • Vincenzo Buscemi, 64 anni
  • Massimo Tarantino, 45 anni, già in carcere per altri reati
  • Luigi Alberto La Sala, 32 anni

I summit del 'professore' in aperta campagna

Leo Sutera, soprannominato "il professore", era stato arrestato a giugno del 2012 e condannato a quattro anni di reclusione per associazione mafiosa.

Ritenuto il capo del mandamento di Agrigento, era strettamente in contatto con le famigie palermitane e con il boss Matteo Messina Denaro. Le intercettazioni ed i filmati, frutto di pazienti appostamenti da parte dei militari dell'Arma, hanno documentato gli incontri tra Sutera e gli esponenti mafiosi delle altre provincie nelle campagne di Sambuca di Sicilia, organizzati in modo da eludere eventuali controlli delle forze di polizia. I filmati mostrano come questi avvenivano infatti all'aperto e sempre in movimento. I vari esponenti mafiosi erano soliti andare per i campi mentre discutevano. In questo modo avrebbero eluso eventuali intercettazioni ambientali con utilizzo di microspie. Le persone arrestate all'alba di oggi erano incaricate di "preparare" questi summit: avevano dunque il compito di scegliere le aree, ispezionarle, metterle in sicurezza e portare in loco i partecipanti provenienti dalle altre provincie.

I filmati mostrano gli incontri di Leo Sutera con Giuseppe Genova, capo della famiglia di Burgio e suo stretto collaboratore che figura tra gli arrestati dell'operazione odiera, con Cosimo Michele Sciarabba, figlio di Salvatore Sciarabba che fu reggente del mandamento di Misilmeri-Belmonte Mezzagno, e con Gaetano Maranzano, esponente di spicco della famiglia di Palermo.

Cosimo Michele Sciarabba e Maranzano sono stati tratti in arresto nel corso di un'operazione antimafia del 2013.

I collegamenti con Messina Denaro

Gli investigatori hanno utilizzato un termine semplice che rende molto l'idea del ruolo della mafia agrigentina in Sicilia Occidentale: quello di "cerniera". Una chiusura lampo che veniva fatta accuratamente scorrere al fine di curare i rapporti con le famiglie mafiose delle vicine provincie di Palermo e Trapani e, in quest'ultimo caso, con colui che viene considerato il numero uno di Cosa Nostra ed è attualmente uno dei latitanti più ricercati nel mondo: la primula rossa Matteo Messina Denaro.

Le comunicazioni tra Leo Sutera ed il padrino di Castelvetrano avvenivano con il tradizionale e sempre efficace metodo dei "pizzini", ancora oggi di difficilissima intercettazione. Il nome di Sambuca di Sicilia, recentemente eletto "Borgo più bello d'Italia" è legato anche ad una polemica interna alla Procura di Palermo e relativa proprio all'arresto di Leo Sutera nel 2012. Paradossalmente, quel blitz disposto dal vertice della Procura e messo a segno dalla polizia di Stato, scombinò i piani del pool dei magistrati coordinato dal procuratore aggiunto Teresa Principato, nell'ambito dei quali indagavano i carabinieri. Quegli incontri in aperta campagna, fu il motivo della polemica, avrebbero potuto condurre fino a Matteo Messina Denaro ma il polverone sollevato fece saltare la pista.