Mentre l'Italia si difende dai possibili attentati dei terroristi islamici, deve anche preoccuparsi del suo fronte interno. È stato infatti sventato pochi giorni fa un attentato al Procuratore di Napoli Giovanni Colangelo, un agguato che avrebbe riportato l'Italia indietro di oltre vent'anni perché sarebbe stato simile a quelli costati la vita ai giudici Falcone e Borsellino. A salvare Colangelo da una morte quasi certa è stato un collaboratore di giustizia.

La vicenda del tritolo per il Procuratore di Napoli

A far scattare l'allarme è stato un collaboratore di giustizia napoletano ma con legami con la Sacra Corona Unita, attualmente in carcere.

Per tentare di migliorare la sua attuale situazione carceraria, il pentito ha rivelato la collocazione di oltre mezzo chilo di tritolo, nascosto di fronte alla villa di un boss di Gioia del Colle, in provincia di Bari, sotterrato in un punto ben preciso. Il luogo è stato indicato agli inquirenti della DDA di Bari i quali si sono recati sul posto e l'hanno trovato, insieme ad altre armi.

Il tritolo serviva per attentare alla vita di Giovanni Colangelo che è originario proprio di Gioia del Colle e lavora come Procuratore di Napoli. La camorra per mesi ha monitorato gli spostamenti tra la Campania e la Puglia del magistrato e, forse approfittando dei minori controlli nella sua terra d'origine, stava preparando l'attentato che si sarebbe tenuto a breve.

L'esplosivo, secondo gli inquirenti, sarebbe stato sufficiente non solo ad uccidere il magistrato, ma anche a distruggere case e negozi che si trovavano nel suo raggio d'azione (decine di metri) dato che ha una velocità di combustione di 6.800 metri al secondo.

Il sequestro è avvenuto lo scorso 29 aprile ma si sa solo oggi dei veri intenti camorristici, in seguito ad alcune indiscrezioni trapelate dalla Procura barese.

A causa del ritrovamento del tritolo sono stati arrestati il padrone della villa, il boss Amilcare Monti Condesnitt, e altri quattro suoi affiliati, accusati di detenzione illegale di armi ed esplosivo. Il timore degli inquirenti è che vi sia in atto una sorta di alleanza tra la camorra e la Sacra Corona Unita, e si spiegano così le recenti violenze di stampo mafioso che si stanno verificando in Puglia.