L’ondata di protesta continua a non fermarsi. In Francia, come previsto non più di una settimana fa, continua incessante e sempre più cruenta la lotta tra le massime sigle sindacali (CGT,FO,Unef e Solidaires) ed il governo socialista di François Hollande. L’alta disoccupazione, oramai giunta a livelli altissimi (oltre l'11% ndr) e la nuova riforma del lavoro stanno alimentando le violenze che si perpetrano quotidianamente nello stato transalpino, arrecando ai cittadini di ogni estrazione sociale gravi danni economici.
Francesi senza benzina
In segno di protesta nei confronti del nuovo Jobs Act, la sigla sindacale CGT che rappresenta i lavoratori dell’industria petrolchimica ha deciso di scioperare sino a venerdì, provocando la chiusura di raffinerie e pompe di benzina e creando forti disagi alla popolazione locale con una perdita nel settore, stimata dagli economisti di oltre 50 milioni di euro al giorno; nel caso in cui lo sciopero non cessi, secondo il ministero dei trasporti milioni di auto resteranno ferme nei propri garage.
Per evitare il blocco del traffico dovuto dalla chiusura delle stazioni di servizio, le varie prefetture hanno deciso di razionare le scorte di benzina e gasolio.
Anche i trasporti aerei sono prossimi al collasso: la disponibilità di cherosene, secondo il ministero dei trasporti, sarebbe limitata e nel caso la protesta continui, molti voli (soprattutto quelli in partenza da Orly e da Roissy) verrebbero cancellati.
Autostrade bloccate dai manifestanti
Un nuovo comunicato stampa siglato dalla segretaria del CGT, Sandrine Gouraud, giunto alle maggiori testate nazionali avvertirebbe la cittadinanza a non mettersi in marcia sulle strade principali poiché con ogni probabilità da domani i manifestanti bloccheranno il traffico automobilistico con picchetti e barricate.
Sulle colonne del quotidiano Le populaire, la Gouraud ha scritto: "Farò di tutto insieme al mio sindacato per bloccare in ogni modo l'autostrada A20".
Una situazione difficile, dunque, quella che gli abitanti dell'esagono stanno affrontando e che continueranno ad affrontare sino a quando il governo di sinistra non accetterà un accordo con i leader della rivolta.