José “Pepe” Mujica, ex presidente dell’Uruguay e simbolo della sinistra sudamericana e mondiale, è morto ieri a Montevideo all’età di 89 anni, per un tumore all’esofago e al fegato. La sua morte ha suscitato un’ondata di commozione e tributi da parte di leader politici, intellettuali e cittadini di tutto il mondo.

Un uomo di principi e lotta

Mujica è stato presidente dell’Uruguay dal 2010 al 2015, ma la sua storia politica affonda le radici negli anni Sessanta, quando aderì al Movimento di liberazione nazionale-tupamaros (MLN), un gruppo guerrigliero di ispirazione marxista.

Arrestato nel 1972, trascorse quasi 14 anni in prigione durante la dittatura militare, prima di diventare una figura di spicco della politica democratica uruguaiana.

Durante il suo mandato presidenziale, Mujica divenne noto come “il presidente più povero del mondo” per il suo stile di vita austero: rinunciò al 90% del suo stipendio, rifiutò l’uso di auto di lusso e continuò a vivere in una modesta casa alla periferia di Montevideo, capitale del piccolo paese del Sudamerica.

La sua politica si caratterizzò per l’impegno nella giustizia sociale, nella legalizzazione della cannabis e nella promozione dei diritti umani, tra cui il diritto all'aborto, ottenuto durante il suo mandato presidenziale.

Inoltre, la sua morte segue quella del suo "amico", Papa Francesco; quest'ultimo durante un incontro datato maggio 2015 dichiarò di "aver incontrato un uomo molto saggio".

Le reazioni dei leader mondiali

La notizia della sua morte ha suscitato un’ondata di tributi da parte di leader politici di tutto il mondo. Il presidente uruguaiano Yamandú Orsi ha espresso il suo dolore, sottolineando che Mujica “ha vissuto la politica dal cuore, con coerenza e passione”. Il presidente della Bolivia, Luis Arce ha definito Mujica “un faro di speranza e lotta per la giustizia sociale”. Il presidente colombiano Gustavo Petro lo ha ricordato come “un grande rivoluzionario e promotore dell’integrazione latinoamericana”.

La presidente del Messico, Claudia Sheinbaum, ha elogiato la sua “saggezza e semplicità”.

Anche il presidente del governo spagnolo, Pedro Sánchez, ha reso omaggio a Mujica, ricordandolo come “un uomo che ha vissuto la politica con il cuore”.

Oltre alla politica, Mujica ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura e nella società. Il cantante spagnolo Ismael Serrano ha espresso il suo cordoglio, definendo Mujica “un uomo che ha incarnato i valori della giustizia e della solidarietà”. La sua figura continua a ispirare movimenti sociali e politici in America Latina e nel mondo.

Poco prima della sua morte, Mujica aveva dichiarato in una delle sue ultime testimonianze video di non volersi sottoporre a ulteriori trattamenti, chiedendo di essere lasciato in pace. “Quando sarà il mio turno di morire, morirò. Sono spacciato, fratello. Non posso andare oltre”, aveva detto, concludendo: “Il guerriero ha diritto al riposo”.