In Francia è stata approvata dall'Assemblea nazionale la riforma del lavoro ribattezzata dai media il "Jobs Act" francese.
Tale riforma prevede l'aumento della flessibilitàdel mercato del lavoro, il ricorso ai licenziamenti facilicosì come la riduzione dei ricorsi davanti ai giudici ed altri aspetti che la rendono simile alla legge voluta dal ministro del Lavoro italiano Giuliano Poletti e dal presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Il "Jobs Act alla francese" ha causato diverse perplessità e critiche sin dall'annuncio del progetto della riforma e tra i movimenti che si sono distinti per l'opposizione ad esso sono da ricordare i "Nouit Debout", i giovani e non giovani contestatori che da febbraio del 2016 animano le piazze di diverse città francesi.
Gli scontri e la "guerriglia" a Parigi: due feriti
A Parigila tensione dei manifestanti anti-riforma si è tramutata in una vera e propria "guerriglia urbana", che ha visto gli oppositori del "Jobs Act alla francese" scontrarsi con le forze dell'ordine.
Il bilancio degli scontri tra manifestanti e polizia è stato di tre persone fermate e due feriti, tra cui un ragazzo che è "stato colpito alla testa", come riporta il sito web del quotidiano il Fatto Quotidiano.
La protesta è stata organizzata da diversi sindacati e movimenti sociali e in generale dall'area della sinistra "dissidente"che contesta la riforma economica varata dal governo di centrosinistra francese..
I "Jobs Acts" e la sinistra neoliberista
In Francia come in Italia così come all'interno di un po' tutta l'Unione Europea, la sinistragovernativa sta attuando una politica che piace assai poco alla sinistra extragovernativa e extraparlamentare, che l'accusano di attuare politiche di "destra".
Il fatto è che da diverso tempo la sinistra governativa e/o socialdemocratica ha abbandonato il vecchio statalismosociale di matrice social/comunista e ha aperto le proprie porte all'ideologia neoliberista, declinata in una forma "progressista" che ricorda o dovrebbe ricordare l'ideologia liberal tipica della sinistra statunitense.
Ciò ovviamente viene considerato molto negativamente dalla sinistra radicale e socialdemocratica "dissidente" così come dalla destra radicale, sinistra e destra che in comune hanno la forte critica al capitalismo liberale/liberista e alla globalizzazione neoliberalee/o neoliberista.