GabrieleDefilippi, attualmente in carcere perché accusato, assieme all'ex compagno Roberto Obert dell'omicidio della professoressa di Castellamonte, GloriaRosboch, ha chiesto, a sorpresa di poter essere sentito dal procuratore Giuseppe Ferrando. Sedutosi davanti al procuratore capo, si è lasciato andare ad una stupefacente quanto inaspettata confessione. Il giovane ha esordito dicendo di voler restare in carcere, in quanto colpevole, certo del fatto che i colpevoli debbano stare dentro e gli innocenti fuori. Dalle sue parole si evince un profondo pentimento accompagnato dal desiderio di espiare per il male commesso.
Il ventiduenne è rinchiuso al carcere delle Vallette di Torino dal 19 febbraio. Probabilmente anche l'esperienza dura della detenzione deve averlo ammorbidito.
'Sono profondamente pentito'
Il Defilippi ha continuato affermando di essere profondamente pentito e di meritare di essere lui al posto della vittima. Ha ammesso, in una confessioneimprovvisa, di non essersi reso conto, prima di pentirsi, di ciò che ha commesso. Ora si professa una persona diversa, cambiata, e più consapevole. Ed in effetti oraGabrielesembra essere ben lungi dai comportamenti nevrotici ed agitati dei mesi scorsi, dai pianti e dalle urla. Evidentemente, nel suo animo qualcosa è cambiato. Si è amaramente pentito di aver posto fine alla vita di Gloria.
Nonostante la sua confessione, Gabrieleha ribadito essere Obert l'esecutore materiale dell'omicidio. Il Defilippi avrebbe tenuto ferma Gloria, mentre Roberto Obert l'avrebbe strangolata. Tuttavia, ciò non sembra essere confermato dalle analisi dei Ris che non hanno riscontrato tracce di Gabriele al posto di guida. Da ciò si evince che il ragazzo sedeva probabilmente al sedile posteriore con Gloria.
Ha chiesto l'ergastolo, il giovane reo confesso, ma non da solo. Ancora una volta è chiaro il riferimento al suo ex compagno Roberto. Arrivano, infine, anche le scuse alla famiglia Rosboch e il desiderio, sentito, di essere al loro posto, di provare il loro stesso dolore, ed i ringraziamenti agli psicologi del carcere per averlo seguito con cura. Sembra un uomo nuovo, recuperato, saggio il giovane Defilippi perché in fondo è questa la finalità della pena secondo la nostra Costituzione: tendere alla rieducazione del condannato.