Il sindaco di Sassari,Nicola Sanna, ha varato un'ordinanza contro l'accattonaggio molesto. La decisione presa dal primo cittadino delcentrosinistra ha ricevuto diversi consensi, così come anche alcune critiche, queste ultime riferite al fatto che un intervento di questo tipo potrebbe essere interpretato come una sorta di "divieto alla carità".

C'è da sottolineare, però, che Sanna è intervenuto sulle polemiche, sostenendo che l'ordinanza è stata emessa soprattutto per tutelare le persone più vulnerabili e deboli, maggiormente esposte alle forme moleste e/o violente di accattonaggio.

Le controversie sull'emergenza profughi

Le critiche all'ordinanza varata da Sanna si sono concentrate sul timore che essa possa abbattersi soprattutto suimigrantie i rifugiati politici che sempre più spesso stanno arrivando in città: questi, infatti,costituiscono una buona parte delle persone che chiedono l'elemosina nelle strade. Il sindaco di Sassariha risposto alle accuse, sostenendo che l'ordinanza "non ha nulla a che vedere con le persone in difficoltà che vengono seguite attraverso la rete dell'assistenza sociale comunale".

L'ordinanza e il buon senso

Smorzando le critiche suscitate dalla nuova regolamentazione comunale, Sanna ha voluto far intendere che questa è rivolta in particolar modo a garantire l'ordine pubblico e a contrastare ildegrado e icomportamenti incivilie violenti, al di là dell'origine etnica e sociale degli individui che li commettono.

In linea di massima, l'ordinanza del sindaco sassarese sostiene la diversità tra la legittima carità e la costrizione molesta e/o violenta che, tra l'altro, già rientra nei reati previsti dall'ordinamento giuridico italiano.

Stando così le cose, si potrebbe sostenere che la misura introdotta da Nicola Sanna punta soprattutto all'applicazione di un principio di buon senso, di una regola e di una norma comportamentale indispensabile in una società civile e pacifica, dove i comportamenti basati sulla violenza e sulle prevaricazioni sui più deboli non devono essere nascosti e minimizzati, anche se avvengono con "l'attenuante" della povertà.