Sono sempre all’ordine del giorno le truffe perpetrate a danno di ignari cittadini che prelevano agli sportelli automatici o che effettuano operazione bancarie online. In tali casi infatti i malviventi cercano di carpire password del loro conto online tramite l’home banking o delle carte bancomat, registrando il relativo codice pin. Indipendentemente dalle modalità operative della truffa o del furto delle password il risultato, purtroppo, è sempre lo stesso: ovvero il prelevamento di somme di denaro anche cospicui che finiscono direttamente nella tasche dei malviventi.

La legge ( cod. civ., cod. privacy e Dlgs n11 del 2010 di recepimento della Direttiva europea sui servizi di pagamento) ha approntato delle tutele, schierandosi dalla parte del correntista. Infatti, la giurisprudenza con molte sentenze sfornate dai Tribunali di tutt’Italia, ritengono che il cliente della banca ha sempre diritto alla restituzione delle somme e inoltre quest’ultimo non dovrà dimostrare di aver subìto il furto dei propri dati personali o la clonazione o la sostituzione della propria carta di credito. Le banche, infatti, non solo deve monitorare tutte le operazioni effettuate dal cliente, ma altresì sono responsabili se la carta viene risucchiata dal bancomat o nel caso di truffe perpetrate anche dall’home banking.

La conferma arriva anche dalla Corte di Cassazione che ha precisato il dovere dell’istituto di credito non sono nel garantire la sicurezza del servizio bancomat ma anche ma che di tutti gli altri servizi di online banking. (Cass. sent. n. 10638/16).

Responsabilità oggettiva della banca: tutele contro le truffe e furti

Sebbene quindi i modi utilizzati dai criminali per carpire i codici di accesso e quant’altro siano tanti, la banca che non garantisce l’assenza di intrusioni non autorizzate ha sempre una responsabilità oggettiva, per diligenza professionale benché essa non abbia alcuna colpa.

L'onere della prova è quindi sempre a carico della banca. Quest'ultima deve quindi restituire la somma di denaro ed è tenuta anche al risarcimento del danno, salvo provi che il prelevamento di denaro dal cc o dalla carta del cliente si è verificato perchè egli non ha adottato le misure minime di protezione, ovvero per:

  • errore o frode del correntista stesso
  • caso fortuito o forza maggiore
  • poca prudenza o trascuratezza nella conservazione della password personale di accesso:

Come comportarsi dopo che si è scoperto l’ammanco sul c.c.?

Il cliente per chiedere la restituzione dei soldi sottratti deve solo dare la prova del prelievo illecito dal c.c .o dalla carta bancomat e quindi del verificarsi del danno economico nei suoi confronti e non deve provare di aver subìto il furto dei propri dati personali.

E’ esonerato quindi dalla prova che tale operazione è dipesa dall’intrusione non autorizzata nell’home banking. Il cliente truffato dovrà quindi inoltrare una domanda di rimborso alla propria banca con PEC o con raccomandata a.r.. Nell’istanza di rimborso il correntista deve descrivere il fatto che c’è stato uno storno non autorizzato di somme di denaro, in favore di altro conto online, dallo stesso mai eseguito. Per restare aggiornati su tali argomenti potere premere il tasto seui accanto al nome dell'autore