Da chi definisce "eroe" Amedeo Mancini, l'uomo che ha ucciso un immigrato nigeriano a Fermo, a chi si definisce "razzista" con orgoglio perché "l'Islam minaccia l'Europa e ogni immigrato che arriva sul suolo del vecchio continente è un papabile terrorista". E ancora, da chi minaccia guerra totale al fondamentalismo islamista comodamente seduto in poltrona, ignorando che quella guerra la stanno combattendo altre persone di fede islamica perchè l'Isis minaccia davvero le loro case, passando per chi esprime compiacimento dinanzi alle immagini dei feretri di migranti morti durante un viaggio della speranza.
I social network, Facebook in particolare, alimentano la campagna dell'odio e rivelano il volto di un'Europa sempre più intollerante.
Il 'codice di condotta' dei colossi del web
Nei mesi scorsi l'Unione Europea ha raggiunto un accordo con i principali colossi del web: Google, Facebook, Microsoft e Twitter. L'intesa non prevede alcuna censura circa la libertà di espressione ma saranno bloccate tutte quelle persone che utilizzano i social con l'unico scopo di diffondere odio. Pertanto ogni contenuto considerato di natura xenofoba potrebbe essere rivisitato se non addirittura rimosso entro 24 ore dalla pubblicazione. Negli ultimi mesi, grazie anche alla segnalazione di altri utenti, sono state cancellate centinaia di pagine Facebook che incitavano all'odio razziale o religioso.
L'iniziativa merita naturalmente un plauso e va incoraggiata. L'animo dei patetici guerrafondai da social network non è differente da quello degli integralisti islamisti che utilizzano internet per reclutare "nuovi soldati" e visto che parecchi di questi post non fanno altro che mettere in primo piano la "superiore cultura occidentale", forse è giunto il momento di dimostrarlo: non di essere superiori ma di avere almeno un minimo di cultura.