Sono già più di 50000 coloro che sono stati colpiti dalle epurazioni del Presidente turco Erdogan, iniziate subito dopo il fallito golpe di venerdì scorso; gli epurati sono stati arrestati, alcuni anche percossi ed ammassati in stanzoni dove sono stati fotografati e mostrati al mondo intero. Le foto shock di civili e militari presunti golpisti seminudi e ammanettati, con addosso i segni delle torture subite, hanno fatto presto il giro del mondo e hanno suscitato rabbia e indignazione da parte delle associazioni per i diritti umani e da parte di tutta la comunità internazionale.

Colpiti tutti i settori della società

Le "purghe" di Erdogan stanno colpendo indistintamente tutti i settori della società turca e non risparmiano nessuno,nemmeno la cerchia dei collaboratori più vicini alPresidente; arresti e perquisizioni brutali sono in atto in ogni angolo del Paese. I primi ad essere colpiti sono stati i militari, accusati di essere i promotori materiali del fallito golpe, poi è toccato allamagistratura e oggi è il turno dei settori dell'educazione e dell'informazione; sono state chiuse tutte le emittenti radiofoniche e televisive sospettate di essere vicine alla causa dei golpisti e professori e rettori delleUniversità turche sono stati licenziati e incarcerati.

Anche la carta stampata è finita nel mirino di Erdogan; molti sono i giornali chiusi, la redazioni perquisite senza alcuna pietà,etutte le copie sono state prontamente ritirate dalle edicole per evitare che siestenda il contagio del cosiddetto "virus delgolpe".

Il ripristino della pena dimorte

Erdogan sta pensando seriamente di chiedere al Parlamento turcodi esprimersi sul possibile ripristino della pena di morte, che in Turchia è stata abrogata nel 2004, e questo sta suscitando lo sdegno di tutte le associazioni umanitarie e anche delle autorità dell'Unione Europea. LaCancelliera tedesca Angela Merkel ha minacciato il governo turco di bloccare i negoziati per l'ingresso della Turchia nell'Unione Europea se davvero la pena di morte sarà riammessa in vigore e ha invitato alla calma e alla riflessione per fare veramente chiarezza su quello che è successo venerdì sera.

Continua anche il braccio di ferro con gli Stati Uniti per l'estradizione del predicatore musulmano Fethullah Gülen, che vive dal 1999 in esilio in territorio statunitense: i turchi vogliono che sia estradato per processarloper alto tradimento e per essere stato il vero ispiratore del fallitogolpe,mentre gli Stati Uniti hanno fatto sapere che non concederanno l'estradizione se prima non verrà fatta chiarezza sulle reali responsabilità del religioso.