Il 22 agosto è stato dichiarata dall’account ufficiale dell’esercito nigeriano (e confermata in seguito dall’International Business Times) la notizia che Abubakar Shekau, il capo del gruppo terroristico Boko Haram, insieme ad altri 300 membri è rimasto ferito gravemente a seguito di un raid aereo dell’esercito nigeriano. Incerte però risultano ancora le informazioni riguardanti la sua situazione medica attuale. Boko Haram, il movimento integralista di natura sunnita salafita che prevede l’applicazione letterale della Shari’a, ha iniziato ad agire negli ultimi anni per instaurare uno stato islamico in Nigeria influenzando anche il sistema legale e impedendo il più possibile il processo di occidentalizzazione ai cittadini del Paese.
Le origini e la formazione
Di Abubakar Shekau, teologo terrorista e capo dell’organizzazione, si conosce ben poco, a partire dalle sue origini natie. Il suo paese di nascita non si sa ancora di preciso se sia nella Repubblica del Niger o a Shekau, villaggio nello stato dello Yobe situato nel nord-ovest della Nigeria. E perfino la sua età, a causa delle diverse fonti discordanti, rientra tra i 35 e i 45 anni. Da giovane intraprende gli studi per divenire teologo, obiettivo che raggiunge senza alcuna difficoltà grazie agli anni di insegnamento tradizionale eccellente e alla memoria eidetica che lo rendono uno studioso dotato. E nel 2002 gli viene attribuito lo pseudonimo di Draul Taweheed (“la casa del monoteismo”); ma è nell’estate del 2010 che a seguito dell’omicidio di Ustaz Mohammed Yusuf, ex co-fondatore di Boko Haram di cui Shekau era il braccio destro, che le autorità nigeriane vengono a scoprire tramite un video che sarà proprio lui l’erede disegnato per guidare l’organizzazione.
Il ricercato più famoso d'Africa
Seguendo alla lettera le strategie di Al Qaeda, che oltre ai piani terroristici gli fornisce anche soldi ed armi, Shekau diventa popolare grazie i numerosi video pubblicati in rete a seguito dei massacri cruenti (ad oggi sono stimate a più di 3000 le persone morte per mano di Boko Haram) e dei rapimenti sempre più diffusi (tra i più famosi quello dell’aprile 2014 che ha visto protagoniste 276 studentesse nigeriane in Chibok).
Negli ultimi cinque anni gli attentati dell'organizzazione terroristica hanno assunto una matrice sempre più violenta includendo obiettivi sempre più culturali e importanti come chiese cristiane e scuole. Inneggiando alla potenza della sua organizzazione il leader di Boko Haram si autoproclama invincibile, ma nel 2012 viene ufficialmente dichiarato un terrorista dal Dipartimento degli Stati Uniti; notizia che pur non fermando la sua impresa integralista, lo fa diventare, con una taglia di 7 milioni di dollari, il ricercato più famoso d’Africa.
Le sue sette vite
Considerato dai suoi seguaci immortale, Shekau è riuscito a sfuggire a numerosi attentati grazie alla protezione dei suoi stessi gregari. Sia nel 2009 che nel 2014 a seguito di forti scontri con l’esercito nigeriano e quelli degli stati confinanti, venne dichiarato ripetutamente morto da fonti non chiare per poi riapparire in video a distanza di tempo comunicando, non senza aver riportato ferite gravi, di essere ancora vivo e più forte di prima. L’incertezza riguardante la condizione di salute attuale del leader è ancora forte e rimbalza tra le varie testate giornalistiche mondiali e soprattutto sui social network di maggior informazione come Twitter e Facebook. Si resta in attesa di una dichiarazione ufficiale certificata da parte dell’esercito nigeriano o, come è già accaduto precedentemente, di un video in cui sarà lo stesso Shekau ad annunciare il suo ennesimo scampato pericolo.