Pochi giorni fa lo studio Cataldi ha divulgato sul proprio sito un articolo intitolato "attenti all'acquisto in spiaggia" di merce di vario genere dai caratteristici ambulanti che da decenni animano le spiagge italiane, proponendo ai turisti qualsiasi tipologia di prodotto, dal salvagente alla collana, dal vestito al cocco. Insomma, i bagnanti italiani e i turisti stranieri possono fare shopping quotidianamente e comodamente durante la permanenza in spiaggia. Il rischio, però, per gli ignari compratori, è quello di ricevere una multa salata, che potrebbe arrivare fino ai 7000 euro.

La normativa che regola la materia

La legge n.99 del 23 luglio 1999 staabilisce la sanzione amministrativa pecunaria dai 100 ai 7000 euro per chi acquista cose che inducano a ritenere che i prodotti siano contraffatti, per via del prezzo, della qualità, di chi le vende. La merce più venduta di solito è costituita da occhiali da sole, borse, dvd, cd, prodotti che richiamano marchi noti. Se l'acquisto è per mero utilizzo personale potrebbe scattare la sanzione amministrativa, se invece la merce è rubata e l'acquirente è consapevole allora può scattare la sanzionepenale per ricettazione. La recente sentenza della Corte di Cassazione, Sezioni Unite, n.12870 del 2016, ribadisce che il compratore finale incorre solo in una sanzione amministrativa pecuniaria se ha acquistato per uso personale e non ha partecipato alla produzione, diffusione e distribuzione della merce contraffatta.

La contraffazione in Italia

La contraffazione è un fenomeno diffusissimo. Riguarda tutti i settori produttivi, mette in ginocchiole imprese. Gestita da associazioni criminali, che si servono di persone disperate, ha raggiunto numeri enormi. La contraffazione danneggia non solo il sistema economico ma sottrae lavoro ed entrate fiscali allo Stato.

Inoltre la merce contraffatta venduta rappresenta un pericolo per la salute e la sicurezza dei cittadini. Il mercato del falso in Italia è stimato in più di 7 miliardi di euro, con una perdita di circa 110000 posti di lavoro e di 5 miliardi di entrate per lo Stato. Non esiste prodotto che non sia imitato, si va dai gioielli alle calzature, dal vetro di Murano ai formaggi.

Il fenomeno riguarda l'imitazione di marchi ma anche di modelli, esiste ormai anche la falsificazione dell'indicazione made in italy. Prodotti alimentari venduti nel mondo, con un danno incalcolabile per l'agroalimentare italiano, che riportano simboli che richiamano il Belpaese ma che nulla hanno a che vedere con le nostre produzioni.